Israele, "segni di cedimento di Hamas": braccio di ferro sugli ostaggi
"Segni di cedimento di Hamas" nella Striscia di Gaza, mentre continua l’offensiva nella parte sud. Lo riferiscono fonti delle Forze di difesa israeliane (Idf), secondo cui "il livello di danni e distruzione crea problemi di comando e controllo ad Hamas, ci sono aree nella Striscia di Gaza che Hamas non controlla più militarmente". Riferito che finora sono stati uccisi 7mila operativi - tra cui la metà dei comandanti dei 24 battaglioni del gruppo terroristico - e colpiti 22mila obiettivi le fonti avvertono che "nonostante i risultati, non siamo vicini alla fine dei combattimenti: continuiamo a operare con grande intensità e lavoriamo per smantellare interi battaglioni di Hamas".
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Sul fronte degli ostaggi, Israele ritiene che a Gaza siano ancora 137, 20 dei quali sarebbero morti. Lo ha detto alla Cnn l’ufficio del premier israeliano. L’ultima vittima sarebbe Sahar Baruch, il 25enne che, secondo Hamas, sarebbe rimasto ucciso nel tentativo fallito dei militari israeliani di liberarlo. Il portavoce delle Brigate al Qassam, braccio armato di Hamas, ha in un audiomessaggio ha lanciato un avvertimento a Israele: "Gli ostaggi a Gaza non torneranno a casa attraverso la forza militare". "Diciamo agli israeliani che Netanyahu, Gallant e altri nel gabinetto di guerra non possono riportare i loro prigionieri senza negoziati. L’ultima uccisione di un prigioniero che hanno cercato di riprendersi con la forza lo dimostra”, ha detto Abu Ubaida. Lo stesso portavoce ha poi rivendicato che in dieci giorni i combattenti da Beit Hanoun a Khan Younis "sono riusciti a distruggere parzialmente e totalmente più di 180 veicoli militari Apc, carri armati e bulldozer. I nostri combattenti hanno condotto operazioni che includevano l’attacco ai soldati a piedi e hanno effettuato decine di attacchi di cecchini".