Medioriente

Medioriente, cessate il fuoco immediato sul tavolo dell'Onu. Gli Usa respingono le richieste

Un cessate il fuoco umanitario immediato nella Striscia di Gaza è sul tavolo del Consiglio di sicurezza dell'Onu. La bozza di risoluzione sulla quale l'organo dovrebbe pronunciarsi con un voto in serata è stata presentata dagli Emirati Arabi Uniti, rappresentante arabo in Consiglio, dopo che mercoledì il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, ha invocato per la prima volta nel suo mandato l'articolo 99 della Carta Onu, strumento che viene usato per richiamare l'attenzione del Consiglio stesso su una questione che il segretario ritiene possa "minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale". Intervenendo alla riunione del Consiglio Onu, Guterres ha lanciato un nuovo accorato appello, chiedendo di spingere per un cessate il fuoco immediato a Gaza. Mentre gli Usa hanno ribadito che non sostengono questa opzione, anche se il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha esortato Israele a fare di più per proteggere i civili, affermando che c'è un "divario" tra le promesse e la realtà sul campo. Con un possibile veto Usa, a questo punto, non è chiaro se il testo verrà effettivamente portato al voto. "La popolazione di Gaza sta guardando l'abisso. La comunità internazionale deve fare tutto il possibile per porre fine al loro calvario. Esorto il Consiglio Onu a non risparmiare alcuno sforzo per spingere per un immediato cessate il fuoco umanitario per la protezione dei civili e per la consegna urgente di aiuti salvavita", è l'appello di Guterres, arrivato nello stesso giorno in cui l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, l'Unrwa, ha avvertito che "a Gaza stiamo raggiungendo un punto di non ritorno". Giovedì sono entrati nella Striscia solo 69 camion di aiuti, ha fatto sapere l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, rivelando una cifra molto inferiore a quella auspicata dagli Stati Uniti e dai gruppi umanitari internazionali.

 

  

 

Gli occhi sono puntati sugli Stati Uniti, Paese alleato di Israele e con diritto di veto al Consiglio di sicurezza. Per essere approvata, la risoluzione emiratina sul cessate il fuoco immediato ha bisogno che non ci sia nessun veto da parte di nessuno dei 5 membri permanenti del Consiglio, cioè Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito, ma è atteso che Washington non sosterrà il testo: "Non appoggiamo le richieste di un cessate il fuoco immediato", ha chiarito il vice ambasciatore degli Usa presso l'Onu, Robert Wood, smorzando con il suo intervento alla riunione le speranze di un'approvazione. Hamas "continua a rappresentare una minaccia per Israele e a rimanere al comando di Gaza", "per questo motivo, mentre gli Stati Uniti sostengono con forza una pace duratura in cui sia gli israeliani che i palestinesi possano vivere in pace e sicurezza, non appoggiamo le richieste di un cessate il fuoco immediato", ha detto, aggiungendo che il cessate il fuoco "non farebbe altro che piantare i semi per la prossima guerra, perché Hamas non ha alcun desiderio di vedere una pace duratura, di vedere una soluzione a due Stati". Poco prima la Bbc aveva riferito che il voto del Consiglio di sicurezza è stato spostato alle 23.30 ora italiana per via dell'incontro in programma a Washington fra il segretario di Stato Usa Antony Blinken e i ministri di alcuni Paesi arabi. "Il nostro messaggio è che crediamo che sia assolutamente necessario porre fine ai combattimenti immediatamente", ha dichiarato il principe Faisal bin Farhan Al Saud, ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita, parlando a nome del Comitato ministeriale arabo-islamico attualmente in visita a Washington per incontrare funzionari Usa, denunciando che la fine dei combattimenti a Gaza non sembra essere una priorità per la comunità internazionale.

 

 

L'avvertimento di Guterres è il seguente: "È chiaro che, a mio avviso, c'è un serio rischio di aggravamento delle minacce esistenti al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale". E durante la riunione del Consiglio Onu il segretario delle Nazioni unite ha aggiunto che "la brutalità perpetuata da Hamas non potrà mai giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese". L'Onu stima che stimano che 1,9 milioni di persone siano state sfollate e nuovi ordini di evacuazione militare stanno comprimendo le persone in aree sempre più piccole, la maggior parte senza cibo, acqua e medicine. "Il rischio di collasso del sistema umanitario è fondamentalmente legato alla totale mancanza di sicurezza per il nostro personale a Gaza e alla natura e all'intensità delle operazioni militari che limitano fortemente l'accesso alle persone che ne hanno disperatamente bisogno", ha detto Guterres. Nel pomeriggio sirene di allerta anti-aeree sono state attivate a Tel Aviv e in altre città nel centro di Israele a causa di un massiccio lancio di razzi dalla Striscia di Gaza. Il braccio armato di Hamas, le Brigate Qassam, ha riferito che diversi ostaggi sono stati "uccisi e feriti" in attacchi aerei israeliani e ha aggiunto di avere lanciato una raffica di razzi verso Tel Aviv "in risposta ai massacri commessi contro i civili". Intanto il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha fornito un nuovo bilancio delle vittime: dal 7 ottobre sono 17.487 le persone uccise nella Striscia di Gaza, fra cui oltre 7mila bambini, mentre altre 46.480 persone sono rimaste ferite.