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Venezuela, Maduro vince il referendum: "Nuovo Stato", alta tensione sul petrolio della Guyana

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Nuovi scenari di tensione internazionale. Si rischia una crisi in America Latina dopo il referendum indetto dal governo del presidente Nicolás Maduro, contenente la rivendicazione della sovranità sul territorio Esequibo, regione ricca di risorse naturali contesa con la Guyana. I venezuali hanno approvato il referendum sulla Guyana Esequiba: secondo il consiglio elettorale nazionale più di 10,5 milioni di elettori hanno votato ’sì’. Ai venezuelani è stato chiesto se erano favorevoli alla creazione di uno stato nel territorio conteso, garantendo la cittadinanza agli attuali e futuri residenti dell’area e rifiutando la giurisdizione della Corte Suprema delle Nazioni Unite per risolvere il disaccordo tra i due paesi. «È stato un successo totale per il nostro Paese, per la nostra democrazia», ha dichiarato il presidente Nicolas Maduro ai sostenitori riuniti a Caracas dopo l’annuncio dei risultati, prima di evidenziare «il livello molto importante di partecipazione del popolo» al referendum.

Il contenzioso è in atto da decenni, con il Venezuela che rivendica il territorio dal 1966. La novità è che recentemente nella regione sono state scoperte ingenti risorse mineriarie. Maduro è in forte difficoltà e quindi da una parte mira a garantirsi sostegno con la carta nazionalistica, dall'altra vede la possibilità di mettere le mani sul "tesoro" petrolifero scoperto dalla  Exxson Mobil, multinazionale energetica statunitense, in acque guyanesi che negli ultimi anni hanno dato slancio al povero Paese incastonato tra Venezuela e Suriname.

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