Regno Unito, netta spaccatura fra Carlo e William. Lotta per il futuro della monarchia
Il principe di Galles è in competizione con re Carlo per il controllo della famiglia reale. Lo sostiene l’esperto reale e giornalista Omid Scobie in ‘Endgame’, il suo nuovo libro uscito ieri in Gran Bretagna, nel quale William è ritratto come un principe freddo, ambizioso e irascibile, che attende con impazienza il proprio turno sul trono del Regno Unito. Citando conversazioni e interviste con addetti ai lavori di Buckingham Palace, l’autore suggerisce che il futuro sovrano britannico sia determinato a portare la famiglia reale nel 21° secolo, stracciando le regole secolari dell’istituzione e facendo le cose «alla maniera di Cambridge». «Non sta concedendo a suo padre lo stesso spazio che Charles ha concesso alla regina», scrive Scobie, secondo cui, fra padre e figlio è in atto una spaccatura, anche se, pur avendo idee diverse su come dovrebbe essere gestita la famiglia, sono accomunati da un senso di frustrazione nei confronti del principe Harry.
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«Contrariamente a quanto si crede - afferma l’esperto reale - Charles guida con la testa e il cuore. Mentre William è più freddo sotto questo aspetto. Vuole solo portare a termine il lavoro e non ha problemi a fare prigionieri lungo la strada». Il giornalista britannico descrive i loro uffici a Kensington Palace e Buckingham Palace come «alveari di agende concorrenti» con «idee diverse su come modernizzare» la monarchia. Anche se William «rispetta suo padre, le loro opinioni e le loro prospettive sono molto diverse, e prevedo che questo diventerà un problema negli anni a venire».
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Ad esempio, Scobie sostiene che Charles era «seccato» dopo che il principe William nel 2020 lanciò l’Earthshot Prize - un’iniziativa globale volta ad affrontare la crisi climatica - senza fare riferimento a suo padre o attribuirgli credito in alcun modo. Mentre Charles «aveva sperato che William volesse coinvolgere suo padre o almeno accreditargli il merito di averlo ispirato ad assumere questo ruolo, ma invece era come se l’ambientalismo di Charles nemmeno esistesse».