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Medio Oriente, altri due giorni di tregua. Cosa ottiene Israele
Altri due giorni di tregua in cambio del rilascio di ulteriori 20 ostaggi. L'hanno concordato Israele e Hamas al termine di quelle che dovevano essere le ultime 24 ore di stop ai combattimenti. Una giornata convulsa nella quale il rilascio dell’ultima tornata di prigionieri ha rischiato di saltare. Israele ha accusato di Hamas di voler dividere le madri dai figli, violando così l’accordo per il cessate il fuoco. Per mettere d’accordo tutti è servita ancora una volta la mediazione del Qatar. È poi stata Doha ad annunciare il via libera allo scambio fra undici ostaggi israeliani, 9 bambini e due madri, e 33 detenuti palestinesi, tre donne e trenta minori. Al di fuori dell’accordo bilaterale, Hamas ha rilasciato anche sei cittadini thailandesi. Il Qatar ha ufficializzato poi la prosecuzione della tregua. Per l’estensione della pausa umanitaria si erano espressi tutti i massimi organismi internazionali, a partire dall’Onu. Il segretario generale Antonio Guterres ha elogiato lo sforzo diplomatico di Qatar, Egitto e Stati Uniti e ha auspicato che la tregua possa «sfociare in un cessate il fuoco permanente».
Il presidente americano Joe Biden ha accolto «con favore» l’annuncio e anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e l’Alto rappresentante della politica estera europea Josep Borrell hanno auspicato una prosecuzione della tregua. Sarebbero ancora donne e bambini gli ostaggi che Hamas dovrebbe rilasciare nei prossimi giorni ma i miliziani palestinesi hanno detto di essere disposti a negoziare anche sui soldati israeliani nelle loro mani. «In ogni caso, sarà una trattativa separata rispetto a quella sul rilascio degli ostaggi civili», ha affermato Izzat al-Risheq, membro dell’ufficio politico del gruppo militante palestinese. Uno degli ostaggi israeliani liberati ha rivelato che il capo di Hamas, Yahya Sinwar, ha fatto loro visita nei tunnel di Gaza. Il "nemico pubblico numero uno" di Israele avrebbe parlato loro in ebraico, dicendo che non avevano nulla da temere. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha invece rimarcato, incontrando le truppe, che dopo la pausa i combattimenti continueranno «in tutta la Striscia di Gaza», con una forza «ancora maggiore». In Israele è arrivato in vista anche Elon Musk. Il proprietario di X ha incontrato il presidente Isaac Herzog e il primo ministro Benjamin Netanyahu. Musk ha anche fatto visita al kibbutz Kfar Aza, devastato durante l’assalto di Hamas del 7 ottobre. Il tycoon ha detto di concordare con Israele sulla necessità di «distruggere» Hamas e si è detto disponibile a fare la sua parte per la rinascita di Gaza al termine della guerra, anche tramite la concessione dell’utilizzo dei satellitti Starlink, previo benestare di Tel Aviv.