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Medio Oriente, von der Leyen costretta alla retromarcia su Israele. Il caso nell'Ue

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La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha impiegato un po’ di tempo per specificare che il diritto di Israele di difendersi, dopo gli attacchi sferrati da Hamas il 7 ottobre nel sud del Paese contro obiettivi civili, dovrebbe essere esercitato rispettando il diritto internazionale umanitario. Il passaggio dalla posizione iniziale, schierata a favore del diritto di difesa dello Stato ebraico, senza alcun limite, a quella attuale è attestato, oltre che dalle dichiarazioni pubbliche della presidente, anche dai verbali delle riunioni del collegio dei commissari dell’11 e del 17 ottobre, consultati dall’Adnkronos. In entrambe le riunioni mancava l’Alto Rappresentante Josep Borrell, impegnato all’estero. L’iniziale presa di posizione di von der Leyen, del tutto schierata a favore di Israele, senza specificazioni, avrebbe irritato molto Borrell, sollevando critiche anche all’interno dei servizi della Commissione, tanto da spingere centinaia di civil servant a sottoscrivere una lettera di protesta.

 

 

Anche diversi Stati membri sono rimasti sorpresi dalle dichiarazioni di von der Leyen in un ambito, quello della politica estera, che è competenza del Consiglio. L’11 ottobre von der Leyen, davanti all’ambasciatore di Israele presso l’Ue, Haim Regev, invitato alla riunione, sottolinea che l’Unione «ha condannato fermamente il recente attacco terroristico perpetrato da Hamas contro Israele. È stato un crimine atroce e un atto di guerra senza precedenti». La presidente, riporta il verbale, «ha confermato l’incrollabile solidarietà dell’Ue nei confronti di Israele e ha sottolineato il diritto di Israele a difendersi». La presidente «ha comunicato il suo pieno sostegno a Isaac Herzog, capo dello Stato di Israele», sottolineando che nel fine settimana «l’edificio Berlaymont e altri monumenti europei, come la Torre Eiffel e la Porta di Brandeburgo, erano stati illuminati con i colori di Israele, in segno di solidarietà». La presidente ha invitato poi il collegio a «osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime».

 

 

Per von der Leyen, gli attacchi del 7 ottobre hanno rappresentato «una tragedia per Israele, per il popolo ebraico e per l’Europa, che ricorda i momenti più bui della nostra storia. Questo atto terroristico - ha aggiunto - non può essere giustificato in alcun modo dalle legittime aspirazioni del popolo palestinese; al contrario, questo spaventoso attacco, di cui solo Hamas è responsabile, porterà ancora più sofferenze ai palestinesi innocenti. Anche se l’aiuto umanitario dell’Ue non è in alcun modo messo in discussione, è comunque necessario rivedere attentamente l’assistenza finanziaria alla Palestina, dal momento che l’Ue non ha mai finanziato e non finanzierà mai alcun gruppo terroristico». Per la presidente «non c’è alcuna contraddizione tra l’esprimere una solidarietà incrollabile con Israele e confermare l’impegno a soddisfare le necessità umanitarie dei palestinesi».

 

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