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Israele, oltre 20mila persone in marcia con le famiglie degli ostaggi. Chi incontreranno

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Migliaia di manifestanti si sono riversati, con le famiglie di oltre 50 ostaggi, lungo la principale autostrada israeliana nell’ultima tappa di una marcia di cinque giorni da Tel Aviv a Gerusalemme. I cittadini dello Stato ebraico invitano il governo a fare di più per salvare i circa 240 ostaggi detenuti da Hamas e hanno programmato di radunarsi davanti alla casa del Primo Ministro Benjamin Netanyahu nel corso della giornata. Una portavoce delle famiglie, Liat Bell Sommer, ha dichiarato che due membri del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz e Gadi Eisenkot, hanno accettato di incontrarli. Non è ancora chiaro se anche Netanyahu lo farà. Molti sono furiosi con il governo che si rifiuta di dire loro di più su ciò che si sta facendo per salvare gli ostaggi. Inoltre gli israeliano in protesta hanno esortato il governo a prendere in considerazione un cessate il fuoco o uno scambio di prigionieri in cambio degli ostaggi, proposte a cui il governo si è finora opposto. 

 

 

Yair Lapid, leader dell’opposizione israeliana, si è unito alla folla in marcia in Israele che chieda la liberazione degli ostaggi trattenuti da Hamas nella Striscia di Gaza dopo il terribile attacco del 7 ottobre del gruppo in Israele. Secondo il Jerusalem Post, sono 20.000 le persone in marcia. Tre giorni fa Lapid diceva senza mezzi termini che Netanyahu «deve andare via ora», invocando un voto di sfiducia contro il governo e la nascita di un nuovo esecutivo formata da un’altra personalità del Likud.

 

 

“Fermare i voli dei droni israeliani sulla Striscia di Gaza”. Sarebbe intanto questa - secondo quanto riporta la Cnn che cita due funzionari israeliani - una delle richieste formulate da Hamas nel corso della trattativa per la liberazione degli ostaggi. L’emittente americana precisa che non è chiaro se la richiesta rimanga sul tavolo o se sia già stata formalmente respinta da Israele. L’esercito israeliano fa volare i droni sul cielo di Gaza in maniera costante durante le sue operazioni militari, utilizzandoli come mezzo primario di sorveglianza per monitorare il campo di battaglia.

 

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