Donald Trump fa arrabbiare il giudice: cosa dice al processo per frode
Donald Trump contro il giudice durante il processo in Usa per frode finanziaria. «Sono diventato presidente grazie al mio brand, vendo un numero incredibile di libri grazie al mio brand». È quanto ha detto Donald Trump durante la testimonianza al processo in cui è accusato, insieme ai figli e alla sua società, di aver manipolato in modo fraudolento il valore dei suoi beni. Se avesse voluto farlo, ha sostenuto, sarebbe bastato usare il suo nome. «Il mio asset di maggior valore è il mio brand», ha affermato Trump.
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«Questo non è un comizio politico». Il giudice del tribunale di New York, Arthur Engoron, ha perso la pazienza nel corso della testimonianza di Donald Trump al processo civile per frode finanziaria. La frase è arrivata durante uno dei numerosi momenti di tensione che hanno caratterizzato la prima parte dell’udienza in cui il tycoon stava rispondendo alle domande dell’accusa. Trump è imputato assieme ai figli Ivanka, Eric e Donald Jr., e alla sua compagnia, la Trump Organization, di aver gonfiato il valore degli asset in modo da accedere a prestiti bancari per centinaia di milioni di dollari. Nel corso della prima parte della testimonianza, Trump ha scambiato una serie di frasi con il giudice. Rispondendo alle domande dell’accusa, rappresentata da Kevin Wallace, il tycoon ha dichiarato che ai documenti sul valore degli asset «le banche non prestano molta attenzione». Wallace ha chiesto come lo sapesse, e lui ha risposto: «Lo so perché ho a che fare con le banche da cinquant’anni». «Lo spiegheremo - ha aggiunto - nel corso di questo processo pazzesco». «Per favore - lo ha redarguito il giudice - risponda solo alle domande, non faccia comizi». L’avvocato dell’imputato, Chris Kise, ha contestato il commento del giudice, sostenendo che le domande poste dall’accusa erano aperte e dunque richiedevano risposte lunghe. Alla domanda sul fatto se si sentisse responsabile per la valutazione degli asset, Trump ha commentato: «È successo molto tempo fa, va oltre la prescrizione, vale per tutti tranne che per me anche perchè sono sicuro che il giudice mi condannerà». Engoron gli ha chiesto di nuovo di «rispondere alle domande». «Lei può attaccarmi quanto vuole - ha aggiunto - ma la prego di rispondere alle domande».