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Israele, la strategia sui tunnel di Hamas svelata dal generale: così vengono neutralizzati

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Nei tunnel sotto Gaza non si combatte, sarebbero trappole mortali. L’ex vice capo di stato maggiore dell’IDF e generale riservista, Yair Golan, ha spiegato che «in nessun caso» i soldati dell’IDF devono o vogliono entrare nei tunnel del terrore di Hamas, mentre l’esercito amplia la sua operazione di terra per distruggere le capacità militari dei terroristi. In un’intervista alla Radio dell’Esercito, il generale delle riserve si è espresso così su uno dei nodi della guerra in Medio Oriente: «Non è necessario entrare nei tunnel e sarebbe un grave errore entrare nei tunnel dove Hamas si nasconde e aspetta. La saggezza sta nel trovare gli ingressi e sigillarli, o nell’inviare del fumo che faccia uscire il nemico o lo danneggi. Non si combatte in nessun caso nei tunnel... Dove non c’è alcuna possibilità di non essere feriti. Non si combatte all’interno dei tunnel, ma si contrasta la minaccia dei tunnel». Quando gli si fa notare che Hamas è in grado di rimanere all’interno della sua vasta rete di tunnel sotterranei «per sempre», Golan risponde così: «Credetemi sulla parola. L’IDF oggi ha le capacità per affrontare efficacemente i tunnel. Ha tutte le conoscenze e i mezzi. Se Hamas rimane nei tunnel, questi diventeranno una trappola mortale».

 

 

Golan ha continuato la sua analisi di guerra: «Nel momento in cui arriviamo ai tunnel, o per quanto riguarda i tunnel che abbiamo già raggiunto, essi diventano una trappola mortale per il nemico. Dal momento in cui si trovano gli ingressi, le forze d’attacco hanno il massimo vantaggio». Alla domanda se l’IDF dovrà entrare nell’ospedale di Shifa per scoprire e affrontare le entrate dei tunnel, Golan ha risposto di non sapere come si svolgeranno i combattimenti. E ha sottolineato i due imperativi di combattere Hamas e liberare gli ostaggi. 

 

 

Un altro quesito che è stato posto al generale ed ex deputato è se sarebbe favorevole a un accordo che preveda la liberazione degli ostaggi in cambio di un passaggio sicuro per la leadership di Hamas verso l’Iran, la Siria o altrove: «Se riuscissimo a raggiungere una situazione in cui i leader di Hamas salpano e i nostri ostaggi vengono liberati, sarebbe quasi troppo bello per essere vero. Nessuno sa cosa sia realistico in termini di accordo. Siamo pronti a pagare un prezzo pesante per il rilascio degli ostaggi? La risposta è sì».

 

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