Medio Oriente, altro attacco dell'Onu a Israele: “Jabalia? Possibili crimini di guerra”
Israele ieri ha colpito il più grande campo profughi di Gaza con nuovi attacchi aerei, spingendo i funzionari delle Nazioni Unite per i diritti umani ad avvertire che prendere di mira aree residenziali densamente popolate «potrebbe equivalere a crimini di guerra». Le bombe hanno colpito il campo di Jabalia per la seconda volta in due giorni, polverizzando gli edifici e, secondo il ministero della Sanità diretto da Hamas, uccidendo decine di persone. Israele ha affermato che i suoi aerei da combattimento hanno effettuato l’attacco, prendendo di mira «un complesso di comando e controllo di Hamas» ed «eliminando» un numero indefinito di militanti. I soccorritori hanno detto che sono morte «intere famiglie».
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Israele ha colpito più di 11.000 obiettivi a Gaza dal 7 ottobre, quando uomini armati di Hamas hanno fatto irruzione in Israele uccidendo 1.400 persone, tra cui molti civili, giustiziati a sangue freddo. Molte nazioni hanno sostenuto il diritto di Israele di reagire contro Hamas, ma con l’aumento del numero dei civili sono aumentate anche le critiche alle tattiche israeliane. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, finora sono stati uccisi 8.796 abitanti di Gaza, soprattutto donne e bambini. Interi quartieri di Gaza sono stati rasi al suolo. Martedì le forze israeliane avevano già colpito il campo di Jabalia, uccidendo almeno 47 persone. «Dato l’elevato numero di vittime civili e l’ampiezza della distruzione a seguito dei raid di Israele sul campo rifugiati di Jabalia», si legge in un post dell’Ufficio dell’Alto commissario Onu per i diritti umani su X, «abbiamo preoccupazioni gravi sul fatto che questi attacchi indiscriminati possono essere crimini di guerra». Continua lo scontro a distanza tra l’Onu e Israele.
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