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Guerra Ucraina, Lukashenko prova a fare il mediatore: Mosca e Kiev allo stallo
In Ucraina tra Kiev e Mosca «la situazione è ora di grave stallo, si deve negoziare». Lo ha sottolineato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, secondo cui «ci sono abbastanza problemi da entrambe le parti e, in generale, la situazione è ora di grave stallo: nessuno può fare nulla per rafforzare o far avanzare la propria posizione». Citato dalla Belta, Lukashenko, grande alleato di Vladimir Putin, ha esortato «a sedersi al tavolo del negoziato e arrivare a un accordo. Come ho già detto una volta, non ci devono essere precondizioni, la cosa principale è che sia dato l’ordine di "fermarsi».
La guerra di logoramento è ormai diventata un conflitto statico, nel quale un’avanzata di poche centinaia di metri viene celebrata come un trionfo. Con buona pace delle migliaia di vittime che si continuano a registrare ogni settimana, anche se i due stati maggiori non forniscono né cifre né dettagli dei caduti. Lo scontro militare in Ucraina è entrato nella sua fase meno mutevole ma non per questo meno cruenta. Si continua a battagliare soprattutto su tre fronti, quello orientale, quello meridionale e a nord-est senza che nessuna delle due parti riesca a prendere il sopravvento. Va meglio a Kiev nella zona di Andiivka, diventata epicentro prioritario del conflitto. È qui, nel pieno del Donbass, a due passi da quella Donetsk dichiaratasi indipendente nel 2014, che gli uomini di Zelensky stanno parando dignitosamente l’offensiva di Mosca, che perderebbe fino a 900 soldati al giorno. Più critica, per la resistenza, la situazione a Kupiansk, più a settentrione: i russi puntano alla piena occupazione della città, da sempre considerata uno snodo ferroviario fondamentale per rifornire le truppe. Il Cremlino vi ha concentrato risorse importanti sia di uomini che di mezzi ed è in questo territorio nella regione di Kharkiv che gli ucraini sarebbero in evidente difficoltà. Il terzo fronte è quello più enigmatico. Il riferimento è alla zona del Dnipro, dove Mosca continua a bombardare Kherson (anche nel week-end si sono registrati pesanti attacchi con diversi feriti) ma allo stesso tempo le truppe di casa sarebbero riuscite per la prima volta ad approdare sull’altra sponda del fiume.