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Medio Oriente, maxi-scudo degli Usa contro i missili: la via per evitare l'escalation

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Luca De Lellis
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Intimoriti dagli attacchi delle milizie di Hamas appoggiate e incoraggiate dall’Iran - con le Brigate al Qassam che hanno tentato (senza riuscirci e con parecchi morti) di infiltrarsi via mare in Israele - gli Usa corrono ai ripari. Joe Biden e l’intelligence americana hanno deciso di irrobustire lo scudo contro l’alleanza dei missili, secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, anche per scongiurare ogni possibilità di attacco da terra che trovi impreparato Israele. Un retroscena intrigante raccontato dal Wall Street Journal, è che all’azione di contenimento che ha neutralizzato l’offensiva marittima degli “uomini-rana” di Hamas, avrebbero contribuito anche i sauditi, che temevano potesse coinvolgere anche il loro territorio: una mossa inaspettata di Riad. Tutto ci si aspettava fuorché un ausilio allo stato ebraico da sempre contrastato e non riconosciuto.

 

 

A ogni modo, come anticipato, gli Stati Uniti hanno costruito una rete di avvistamento e contrasto composta da luoghi dove sono ospitati radar calibrati per seguire e intercettare la minaccia missilistica. Anzitutto, si parte dal Monte Keren (nel Negev israeliano), per poi passare in Turchia (Kurecic) e in Qatar (al Udeid). Le installazioni sono incrementate con ulteriori postazioni in Arabia Saudita (Principe Sultan), Giordania, Kuwait, Iraq, Emirati (al Dhafra), Bahrein e, neanche a dirlo, Israele, che comunque dal 2011 dispone del proprio sistema di sicurezza Iron Dome. Tutti paesi, riporta il quotidiano, che per diversi motivi sono preoccupati dalle azioni degli ayatollah, così come delle fazioni che ricevono armi dalla Repubblica islamica, dal Libano all’Iraq.

 

 

Gli Stati Uniti stanno intensificando parecchio il loro sforzo militare. Sintomo di come la guerra israelo-palestinese sia in una fase cruciale. Biden ha inviato nuovi equipaggiamenti verso lo Stato ebraico e ha preallertato circa 2 mila soldati americani, pronti a essere schierati proprio in supporto di questi apparati. Come se non bastasse, intorno ai 2500 marines appartengono al gruppo anfibio della Bataan attualmente a sud del Canale di Suez. Più il conflitto si inasprisce e muta nei propri schieramenti, più il coinvolgimento internazionale si fa incessante. E gli Stati Uniti sono sempre in prima linea al fianco di Israele. 

 

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