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“Come l'Iraq”. Gli Usa provano in tutti i modi a convincere Israele su Gaza

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I vertici militari americani stanno usando la lezione dell’Iraq per convincere Israele ad evitare la brutale guerriglia urbana che le forze americane hanno dovuto condurre contro gli insorti iracheni. La Cnn cita diverse fonti informate sul tentativo di Washington di spingere gli alleati israeliani a non impantanarsi in sanguinosi combattimenti casa per casa in un’invasione in larga scala nella Striscia di Gaza. Un’invasione che metterebbe a rischio gli ostaggi in mano ad Hamas, provocherebbe altre morti tra i civili palestinesi e rischierebbe di attivare una pericolosa escalation in tutta la regione, è il ragionamento degli americani. E i consiglieri militari inviati da Washington a Tel Aviv stanno prospettando ai militari israeliani strategie alternativa per arrivare alla distruzione di Hamas, obiettivo che gli Usa sostengono dopo i terribili attacchi del 7 ottobre, chiedendo di optare su una combinazione di raid aerei mirati e blitz, sempre mirati, delle operazioni speciali. In questo pressing persuasivo, viene invocata la lezione appressa dalla battaglia di Falluja del 2004. Non a caso in Israele è arrivato il generale dei Marine, James Glynn, ex comandante delle forze speciali dei marines, che ha un’ampia esperienza di guerriglia urbana, in particolare appunto a Falluja, dove aveva guidato ha comandato le truppe durante una delle più sanguinose e controverse operazioni degli americani contro gli insorti iracheni.

 

 

In anni più recenti gli americani si ritrovarono a combattere un’altra battaglia urbana, quella per la riconquista di Mosul, tra il 2016 e il 2017, dalle mani dello Stato Islamico che, come Hamas a Gaza, aveva costruito tunnel e usato civili come scudi umani. I combattimenti, in cui le forze speciali Usa ebbero un ruolo cruciale a sostegno delle forze irachene e curde, fu molto più dura e lunga di quanto si fosse previsto. I consigli, se non vere e proprie pressioni, degli americani su Israele confermano la crescente preoccupazione di Washington che la strategia di entrare a Gaza in forze in risposta al massacro del 7 ottobre non sia ben orchestrata e potrebbe condurre ad una sanguinosa occupazione israeliana della Striscia di Gaza a tempo indeterminato. 

 

 

«Non credo che Israele abbia una strategia su quello da fare dopo» l’invasione, affermano fonti dell’amministrazione Usa. Le preoccupazioni su obiettivi e strategie di Israele sono al centro di discussioni tra americani e europei nell’ultima settimana. Joe Biden nei recenti colloqui con Benjamin Netanyahu ha chiesto al premier israeliano di riflettere su come potrà svilupparsi l’invasione e su quale sarebbe l’exit strategy. E durante questi colloqui, affermano fonti informate, il presidente ha cercato di convincere Netanyahu ad «usare la sua testa non il suo cuore». Nonostante questo, il governo americano ha la sensazione che Israele quasi certamente procederà con questa invasione a larga scala di Gaza, in gran parte in risposta ad un’opinione pubblica così sconvolta ed infiammata dopo gli attacchi del 7 ottobre che Netanyahu sentirebbe di non avere altra scelta.

 

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