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Sciopero delle donne, cosa succede in Islanda: braccia incrociate al lavoro e in casa

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Non è certo lo sciopero delle donne narrato nella Lisistrata di Aristofane, ma un battaglia contro la violenza di genere e le differenze nei salari. In Islanda oggi 24 ottobre le donne non lavorano. Uno sciopero che coinvolge le attività lavorative, naturalmente, ma anche quelle in casa.

Nel Paese stabilmente primo nel mondo per la parità di genere (per dire, il "punteggio" assegnato dal World Economic Forum è 91,2%, l'Italia 79ma è a 70,5%) ma non basta, per la settima volta nella storia le donne islandesi proclamano il kvennaverkfall , lo sciopero delle donne. "Chiediamo l’eliminazione della violenza di genere e l’azzeramento del divario retributivo (al 21% in Islanda). Inoltre vogliamo che il contributo di tutte le donne e delle persone non binarie sia riconosciuto e premiato", spiega secondo quanto riporta Repubblica Freyja Steingrímsdóttir, portavoce dell’edizione 2023 dello sciopero, promosso da organizzazioni femminili di diverse categorie ma anche da movimenti per i diritti Lgbt. 

 

Alla mobilitazione partecipano tutti i settori produttivi del Paese e ha aderito anche la premier Katrín Jakobsdóttir (nella foto). L’iniziativa si ispira a quella che fu indetta 48 anni fa, nel 1975 quando il 90% delle donne islandesi parteciparono al primo sciopero  che diede la spinta ad una serie di cambiamenti che nel 1980 portò Vigdís Finnbogadóttir a diventare la prima donna eletta presidente al mondo.

 

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