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Russia, chi c'è dietro la bomba che uccise Darya Dugina: "Portata con un gatto"

La ricostruzione del Washington Post che tira in ballo i servizi segreti ucraini ma anche la Cia

Gabriele Imperiale
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Uccisa con una bomba arrivata in Russia nel trasportino di un gatto. È così che è morta Darya Dugina, figlia dell’ideologo russo e tra i più duri sostenitori della guerra in Ucraina, Alexandr Dugin. A raccontare come sia morta la ventinovenne nell’agosto 2022 è stato il Washington Post che ha ricostruito per filo e per segno le fasi dell’attentato.

Attacco che era – almeno in origine – destinato al padre ma che poi si è rivelato fatale per la giovane Darya. Tutto ha avuto inizio settimane prima dell’esplosione dell’auto su cui viaggiava Dugina: una donna e la figlia dodicenne arrivano in Russia passando per l’Estonia su di un’auto carica di ogni avere. Tra mobilio e valigie un trasportino per gatti con uno scomparto segreto in cui erano nascoste parti di una bomba rudimentale. 

 

Secondo fonti ucraine e occidentali, raccolte dal giornale statunitense, le due donne arrivate a Mosca prendono casa nello stesso condominio della Dugina e iniziano a sorvegliarla in attesa del momento giusto per colpire Dugin. Le cose, però, non vanno come previsto: il 23 agosto 2022, l’ultranazionalista infatti sale su un’altra auto, lasciando la figlia da sola sull’autovettura che esplode poco dopo.

Ma chi ci sarebbe dietro l’assassinio? I servizi d’intelligence ucraini dello Sbu e il loro braccio militare, il Gur. E non sarebbe la prima uccisione eccellente degli 007 di Kiev. A loro è stata addebitata l’eliminazione del blogger pro-guerra Tatarsky e dell’ex comandante di sottomarino Stanislav Rzhitsky – ucciso mentre faceva jogging in un parco -, oltre che di alcuni funzionari russi e collaborazionisti nei territori occupati. 

Kiev, ricostruisce il Wp, sarebbe dietro anche ai bombardamenti che hanno danneggiato pesantemente il ponte che collega la Russia alla Crimea occupata e sarebbero sempre i servizi d’intelligence ucraini ad aver pilotato i droni sul tetto del Cremlino e contro le navi russe nel Mar Nero. Come mai tanta efficienza? A spiegarlo, ancora una volta, il Washington Post che parla di una strettissima collaborazione dei servizi ucraini con la Cia nata subito dopo l’annessione della Crimea alla Russia nel 2014. Una partnership costata agli Stati Uniti – dal 2015 ad oggi – diversi milioni di dollari. 

 

Ma sulle pagine del Washington Post viene sottolineato come la scelta degli obiettivi da parte degli 007 ucraini sia sempre decisa autonomamente da Kiev e senza passare da un avallo americano. Decisione logica questa, visto che gi Stati Uniti si sono detti sempre molto preoccupati dalle azioni dei servizi ucraini in terra russa.

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