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Medio Oriente, la richiesta dell'Europa: pausa umanitaria per Gaza

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La posizione dell’Ue sulla crisi in Medioriente si fa più netta e sposta il focus sulla situazione umanitaria a Gaza. I ministri degli Esteri dei 27 si sono riuniti a Lussemburgo, anticipando la discussione che ci sarà giovedì e venerdì tra i leader al Consiglio europeo. La priorità, in questo momento, è garantire gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, prima del conflitto passavano più di cento camion al giorno, nel fine settimana ne sono passati 20 e «questo non è abbastanza», è il messaggio dell’Alto rappresentante Josep Borrell. Aiuti essenziali come acqua e cibo ma anche carburante per far funzionare le centrali elettriche, gli ospedali e le centrali di desalinizzazione. Dagli Stati membri arriva una richiesta di pausa umanitaria per alleviare le sofferenze dei palestinesi di Gaza. E questo sarà ribadito dai leader anche nel vertice.

«Il Consiglio europeo sostiene l’appello del Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres per una pausa umanitaria al fine di consentire un accesso umanitario sicuro e aiuti per raggiungere coloro che ne hanno bisogno», si legge nella prima bozza delle conclusioni circolata. «L’Unione europea lavorerà a stretto contatto con i partner della regione per proteggere i civili, sostenere coloro che stanno cercando di mettersi in salvo o fornire assistenza e facilitare l’accesso a cibo, acqua, assistenza medica, carburante e riparo» sarà l’indirizzo del vertice che «ribadisce la necessità del rilascio immediato di tutti gli ostaggi senza alcuna precondizione». Borrell ha spiegato che la pausa umanitaria è un’altra cosa rispetto al cessate il fuoco, è un’interruzione temporanea per permettere agli aiuti di passare e che può essere raggiunta più facilmente tra le parti. Anche perché, in molti, tra cui il Ppe, il principale gruppo politico europeo, sono contrari a un cessate il fuoco, che non «è fattibile» perché «Israele ha il diritto di difendersi e deve essere in grado di agire», ha ribadito il leader dei popolari Weber.

Ma di certo il focus dell’Ue sembra ora comprendere anche i civili palestinesi e il rispetto del diritto internazionale da parte di Israele. «Sosteniamo la soluzione dei 2 Stati e riteniamo che il diritto alla difesa, come qualsiasi diritto, abbia dei limiti e i limiti sono il diritto internazionale», ha ribadito Borrell al termine del Consiglio Esteri. Il capo della diplomazia europea ha ricordato che anche il presidente Biden ha chiesto al premier Netanyahu che la guerra deve essere condotta sulla base delle regole della guerra e che anche i palestinesi hanno dignità. «È un richiamo che va fatto perché non è che infliggendo ad altri bambini i mali che hanno fatto ai nostri assicureremo la pace per il futuro. Non è questo il modo per farlo», ha sottolineato. La posizione degli Stati membri, le manifestazioni nelle piazze e non ultima una lettera di critiche di 800 dipendenti e funzionari Ue indirizzata alla presidente della Commissione, devono avere convinto von der Leyen a correggere il tiro. Anche la presidente ha cercato di controbilanciare la sua posizione all’inizio troppo schiacciata sul diritto alla difesa di Israele, sentendo il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, esprimendo vicinanza per le perdite e parlando di «tempi molto difficili per il popolo palestinese che è stato tradito da Hamas». La leader di Palazzo Berlaymont ha anche sottolineato che «Israele deve cercare di proteggere le vite civili e rispettare il diritto umanitario internazionale». L’Ue deve lavorare con i Paesi arabi partner per evitare un'escalation nella regione e spingere per riprendere il processo politico. «Vedremo ora come migliorare l’unità tra tutti i Paesi dell’Europa per poi incidere attraverso una forte azione che dovrà vedere le Nazioni Unite impegnate e tutti impegnati di trasformare l’idea dei due Stati in un fatto concreto», ha detto il ministro Antonio Tajani, ricordando che le insidie sono sempre in agguato su questo fronte: «Quando si avvicina un accordo c’è chi, come sta facendo Hamas in questo momento, prova a mandare tutto all’aria perché vuole cancellare lo Stato d’Israele, vuole che ci sia la guerra e rallentare i tempi per far fallire le operazioni».

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