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Ursula von der Leyen indica la linea Ue sui migranti: espulso chi minaccia la sicurezza

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La strage di Bruxelles ha fatto piombare l'Europa nuovamente nell'incubo del terrorismo. L'attentatore di origine tunisina che lunedì sera ha aperto il fuoco nel centro della capitale belga con un fucile semiautomatico AR-15 uccidendo due cittadini svedesi era sbarcato a Lampedusa nel 2011. La questione sbarchi, dunque, continua a essere di estrema attualità. "In cambio degli investimenti che l’Ue è pronta a fare, i Paesi di origine e di transito devono assumersi la responsabilità dei loro cittadini, il che significa che se li devono riprendere, quando non hanno diritto di asilo nell’Ue", ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. "Troppo spesso ciascuno Stato membro, da solo, inizia a negoziare con i Paesi di origine e di transito accordi di rimpatrio, mentre come Unione Europea abbiamo molto più leverage", ha continuato. 

 

 

La presidente della Commissione è intervenuta in conferenza stampa a Bruxelles, in seguito all’attacco terroristico avvenuto lunedì scorso nella capitale belga. "Alle persone considerate una minaccia per la sicurezza e su cui pende un ordine di rimpatrio attualmente viene chiesto di lasciare volontariamente il territorio. Dobbiamo cambiare urgentemente ciò. Per questo la Commissione europea ha proposto che se una persona è considerata una minaccia per la sicurezza pubblica gli Stati membri devono avere il potere di costringere la persona a lasciare il Paese. Questo fa parte del Patto per le migrazioni e l’asilo", ha dichiarato Ursula con der Leyen. "La terza cosa sulla quale dobbiamo lavorare è il lato operativo: servono molte più operazioni congiunte, per esempio attraverso Frontex, che è uno strumento comune europeo", ha aggiunto. 

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