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Iran e Putin piombano sul conflitto. Netanyahu: 'Trionferemo sull'asse del male"

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La risposta di Israele nella Striscia di Gaza, gli attacchi di Hamas, la minaccia dell'Iran e l'asse con Vladimir Putin. La tension sullo scachciere del Medio Oriente è altissima mentre a Gerusalemme sono tornate a suonare le sirene d'allarme. In una telefonata tra il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, e quello russo, il leader di Teheran ha avvertito che "il massacro di donne e bambini e un attacco di terra a Gaza e al suo governo legale ed eletto" da parte di Israele "porteranno a una guerra lunga e su più fronti". A scriverlo su X è Mohammad Jamshidi, vice capo di gabinetto della presidenza iraniana. Raisi, secondo l’esponente di Teheran, "ha messo in guardia sui continui crimini di guerra sionisti". L'attivismo iraniano è su più fronti. Il ministero degli Esteri attraverso un suo portavoce sostiene che Hamas sarebbe pronto a rilasciare i quasi 200 ostaggi catturati sabato 7 ottobre, qualora Israele smettesse i suoi bombardamenti su Gaza. Lo ha detto il portavoce del ministero, in una conferenza stampa a Teheran. Gli uomini di Hamas, ha detto Nasser Kanaani, "hanno dichiarato di essere pronti a prendere le misure necessarie per rilasciare i cittadini e i civili detenuti dai gruppi di resistenza, ma la loro questione è che tali misure richiedono preparativi impossibili sotto i bombardamenti condotti giornalmente dai sionisti su vari punti di Gaza".

 

Teheran è il sospettato numero per l'appoggio nel tremendo attacco di Hamas a Israele sabato 7 ottobre, anche se i miliziani hanno ribadito oggi la loro versione, ossia di aver agito in indipendenza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito l’Iran e Hezbollah di non "metterci alla prova" nel nord del Paese, ha detto durante un discorso alla Knesset, il parlamento israeliano, in cui ha detto che il mondo deve unirsi per sconfiggere Hamas. "Questa guerra è anche la vostra guerra", ha aggiunto, paragonando Hamas ai nazisti e definendo il conflitto "una guerra tra forze della luce e forze dell’oscurità, tra umanità e bestialità".

 

Netanyahu ha continuato: "Non metteteci alla prova nel nord (al confine con il Libano, ndr) Non fate l’errore del passato. Oggi, il prezzo che pagherete sarà molto più pesante", riferendosi alla guerra di Israele con Hezbollah del 2006 che vide il pesante bombardamento di gran parte del Libano. La nazione di Israele "è unita nel suo obiettivo della vittoria", ha detto ancora Netanyahu alla Knesset, ammettendo che ci sarà un’indagine sui fallimenti dell’intelligence e della sicurezza che hanno permesso ad Hamas di organizzare il devastante attacco del 7 ottobre. Il premier ha chiesto al mondo di "unirsi e di combattere Hamas". Più di 1.300 israeliani sono stati uccisi nell’attacco a sorpresa, mentre Hamas ancora detiene a Gaza almeno 199 ostaggi. "Ci sono molte domande riguardo il disastro che ci ha colpito 10 giorni fa. Esamineremo a fondo ogni aspetto", ha aggiunto Netanyahu. "La nazione è unita verso un unico obiettivo, la vittoria. Trionferemo perché ne va della nostra stessa esistenza in questa regione. Hamas fa parte dell’asse del male formato da Iran e Hezbollah. Mirano a gettare il Medio Oriente in un abisso di caos". "Ora molti in tutto il mondo capiscono chi ha di fronte Israele. Capiscono che Hamas rappresenta una nuova versione del nazismo. Proprio come il mondo si è unito per sconfiggere i nazisti e l’Isis, così deve unirsi per sconfiggere Hamas - ha detto ancora - Ci impegniamo per tutte le famiglie. Non allenteremo i nostri sforzi per riportare indietro i nostri fratelli e sorelle". 

La tensione è sempre altissima. La Knesset è stata costretta a sospendere la sua prima sessione dopo la pausa estiva mentre a Gerusalemme suonavano le sirene di allarme aereo. I parlamentari e gli altri partecipanti si sono diretti ai rifugi antiaerei. Le sirene per il pericolo di bombardamenti hanno suonato anche a Tel Aviv e nelle città del centro di Israele. I media israeliani riferiscono di diverse forti esplosioni nelle aree, ma non ci sono notizie immediate di feriti o danni. 

Dicevamo di Putin. Gli Usa sarebbero i "principali responsabili" dell'attuale escalation in Medio Oriente, sostiene il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, durante un incontro con il presidente russo secondo quanto riporta l'agenzia Tass. "Gli Usa, che sono i principali responsabili di questa crisi drammatica e grave poiché per molti anni hanno tentato di monopolizzare la soluzione, ignorando le risoluzioni pertinenti del Consiglio di Sicurezza, ora impediscono che si trovi una soluzione", ha affermato. Insomma, il rischio escalation e allargamento del confolitto è sempre più concreto. 

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