Israele, l'ammissione dei vertici dell'intelligence: sottovalutato Hamas
Il mea culpa di Israele. Il consigliere per la sicurezza nazionale del governo israeliano ha riconosciuto gli «errori» dei servizi segreti per l’attacco a sorpresa di Hamas che ha scatenato una nuova guerra in Medio Oriente. «È stato un mio errore e rispecchia gli errori di tutti coloro che realizzano le analisi» nei servizi di informazione, l’ammissione di Tzachi Hanegbi, il quale aveva in precedenza già detto che non poteva prevedere l’attacco di Hamas. «Credevamo davvero che Hamas avesse imparato la lezione» del suo ultimo attacco a Israele nel 2021, il resto del chiarimento dai massimi vertici dei servizi su cosa non abbia funzionato la scorsa settimana.
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Ma nel frattempo gli 007 israeliano provano a fare il massimo per farsi perdonare. Le forze militari hanno infatti rivendicato l’uccisione di Ali Muhammad Al Qadi (o Qadhi), il comandante «del disumano massacro» di sabato 7 ottobre. Nel 2005, Al Qadi era stato arrestato in seguito al rapimento e all’uccisione di un presunto operativo dello Shin Bet ed era stato rilasciato, insieme ad altri mille detenuti palestinesi, sei anni più tardi nel quadro dello scambio con il soldato di Tsahal Gilad Shalit rapito da Hamas. Qadi, 37 anni, era a capo dell’unità delle forze speciali palestinesi «Nukhba». Esiste una sua foto accanto al capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Le forze israeliane hanno diffuso le immagini in bianco e nero del bombardamento, da parte di un drone, del sito in cui si sarebbe trovato al Qadi. A individuarlo è stato uno sforzo congiunto dello Shin Bet e del direttorato dell’intelligence militare.
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