Più diritti?
Australia al voto per il referendum sui diritti degli aborigeni: verso il "no"
Non è passato lo storico referendum australiano per riconoscere i diritti delle comunità indigene. Gli australiani hanno rifiutato di concedere agli aborigeni il riconoscimento costituzionale e maggiori diritti. Ad annunciarlo è stato il vice primo ministro Richard Marles. "Gli australiani non hanno votato per una modifica della costituzione", ha detto. "Rispettiamo molto questo risultato", ha aggiunto. Per ora, infatti, con il 45% dei voti scrutinati i 'no' sono al 56,9% e i 'sì' al 43,1%. Il fallimento del referendum rischia di avere seri effetti sugli equilibri politici del Paese.
La consultazione era stata una delle promesse chiave che il partito laburista aveva presentato agli elettori nel 2022, quando era tornato al potere dopo anni di partito conservatore. Il voto è avvenuto 235 anni dopo l'insediamento britannico, 61 anni dopo che agli aborigeni australiani è stato concesso il diritto di voto e 15 anni dopo le scuse storiche del primo ministro per i danni causati da decenni di politiche governative, incluso l'allontanamento forzato di bambini dalle famiglie indigene.
Stando ai dati offerti dai sondaggi, il sostegno alla 'Voce', l'organismo che si sarebbe costituito per la prima volta in parlamento in caso di vittoria del 'sì', era stato forte nei primi mesi del 2023. Secondo i sostenitori del "no", la riforma non è altro che un nuovo strato di burocrazia inutile, che concederebbe privilegi speciali alle popolazioni indigene. Chi sostiene il "sì", invece, afferma la necessità di dare voce a quelle comunità e risolvere le disuguaglianze di cui sono ancora vittime.