Israele, la mano della Russia dietro l'attacco di Hamas? Il ruolo della Wagner
Hamas, Iran e Russia dietro l’attacco a Israele. Un sospetto che aleggia per le stanze Nato di Bruxelles. Durante la riunione dei ministri della Difesa, infatti, si è fatta sempre più insistente l’ipotesi di un coinvolgimento di Mosca nell’offensiva dell’organizzazione terroristica palestinese ai danni di Tel Aviv. Ma non una partecipazione diretta da parte del Cremlino, piuttosto attraverso la rediviva Wagner, la famigerata compagnia di mercenari ormai parte integrante dell’apparato russo dopo la morte di Evgenij Prigozhin. Come riportato da La Repubblica, i ministri della Difesa della Nato – convocati formalmente per discutere gli sviluppi della guerra in Ucraina – hanno discusso a Bruxelles anche il dossier sul conflitto in Medio-Oriente. E tra le analisi esposte, i rapporti dei servizi occidentali hanno dato un nuovo inquietante sguardo sugli attacchi di Hamas. Secondo i report degli 007 alleati, i raid ai danni dei coloni israeliani sarebbero stati preparati durante alcune riunioni svolte a Beirut, in Libano. E durante questi summit oltre ai mercenari di Hezbollah, sarebbero stati presenti anche alcuni mercenari filorussi legati proprio alla Wagner.
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Il motivo è presto spiegato: Vladimir Putin vorrebbe distogliere dall’Ucraina attenzione e risorse e per farlo, deve aprire un nuovo fronte nel mediterraneo. Mandare quindi la Wagner a sostenere gli amici iraniani, i terroristi libanesi e quelli palestinesi, sarebbe – secondo le ricostruzioni - la mossa ideale. E in questo quadro, sempre secondo gli analisti, il Cremlino potrebbe sfruttare il caos mediorientale per riprendere l’offensiva nel fronte del nord ucraino, quello percorso all’inizio del conflitto durante la tentata presa di Kiev. E che questa ipotesi preoccupi e non poco i ministri Nato, lo testimonia la volontà del consesso di chiedere il parere e l’intervento della Turchia. Il presidente Erdogan, anche se è noto che sia filopalestinese, si è già detto disponibile a mediare tra le parti e dopo le mediazioni tra Russia e Ucraina potrebbe rivelarsi molto utile.
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Ma nel frattempo i ministri Nato si sono anche chiesti se dare o no sostegno a Israele e, soprattutto di che tipo. Gli Stati Uniti lo stanno già dando. Washington si è già infatti detta pronta ad aiutare il governo Netanyahu ed è probabile che si servirà di alcune strutture dell’Alleanza nel Mediterraneo come quelle di Napoli, Sigonella e Comiso per missioni di raccolta di informazioni e di dati di intelligence. Appoggio che dovrebbe arrivare anche dagli alleati europei. I vertici dell’Unione Europea – Ursula von der Leyen, Charles Michel e Roberta Metsola – hanno speso parole di sostegno a Israele e le dichiarazioni del segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, sembrano confermarlo. “Continuiamo a sostenere l’Ucraina affinché l’Ucraina prevalga” ha detto Stoltenberg. E sul doppio sostegno Israele-Ucraina dice: “Noi alleati della Nato abbiamo la forza per affrontare diverse sfide allo stesso tempo. Non possiamo permetterci il lusso di scegliere solo una sfida”. Gli alleati della Nato, assicura, “hanno la capacità di affrontare la situazione in Medio Oriente” e alcuni di loro hanno già “hanno fornito supporto di intelligence di tutti i tipi per Israele”.
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