guerra totale

Gaza, uccisa la famiglia del capo di Hamas. Israele schiera 300mila soldati

 Il fratello del portavoce delle brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, Mohammed al-Deif, ha perso la vita questa mattina in un raid aereo israeliano. Con lui hanno perso la vita altri tre familiari dell’esponente di Hamas, che da sabato scorso rivendica le azioni del gruppo e lancia minacce e ultimatum a Israele. Una fonte palestinese ha detto all’emittente «al-Arabiya» che Abdel Fattah Al-Deif (60 anni), Medhat Abdel Fattah Al-Deif (40 anni), uno dei suoi nipoti, Baraa Medhat (due anni e mezzo), e la moglie di uno dei suoi altri figli, sono stati uccisi a seguito dei bombardamenti israeliani. Una fonte privata della famiglia di Muhammad al-Deif, ha rivelato oggi che il bombardamento israeliano contro la casa della nota famiglia dell’esponente di Hamas è avvenuto nella città di Khan Yunis. Il bombardamento israeliano ha preso di mira la loro casa a tre piani a Qizan Al-Najjar. La figlia della donna uccisa nel raid è attualmente ricoverata in terapia intensiva presso il Nasser Medical Complex di Khan Yunis. Le ricerche del resto dei membri della famiglia continuano ancora. Il quotidiano israeliano Jerusalem Post ha confermato che l’esercito israeliano ha bombardato la casa del padre del comandante delle Brigate Qassam. Nel frattempo, la Palestine News and Information Agency ha riferito che almeno 4 palestinesi sono stati uccisi all’alba di oggi in seguito al raid israeliano che ha preso di mira la casa della famiglia Al-Deif a Qaizan Al-Najjar. 

 

  

Intanto Israele prepara l’offensiva totale da terra su Gaza e schiera 300 mila riservisti a sud del Paese dopo che nella notte le forze di difesa israeliane hanno colpito centinaia di «obiettivi» a Gaza. Ottanta luoghi sono stati colpiti nel quartiere di Beit Hanon, una città all’estremità nordorientale della Striscia, oltre 450 nel quartiere di Al-Furqan, altri 70 nel quartiere di al-Daraj, in luoghi che, secondo l’esercito israeliano erano utilizzati da Hamas per dirigere attacchi contro Israele. L’obiettivo militare di Israele è quello di distruggere le capacità militari di Hamas, ha detto il portavoce delle forze di difesa israeliane, il tenente colonnello Conricus: la missione è «assicurarsi che Hamas, alla fine di questa guerra, non abbia alcuna capacità militare con cui poter minacciare o uccidere civili israeliani». Lo stesso Conricus ha aggiunto che circa 300 mila riservisti sono stati schierati a sud del Paese verso Gaza. Secondo l’Onu, oltre 260.000 persone sono state costrette a fuggire dalle loro case nella Striscia di Gaza, mentre i pesanti bombardamenti israeliani dall’aria, dalla terra e dal mare continuano a colpire l’enclave palestinese. «Si ritiene che più di 263.934 persone a Gaza siano fuggite dalle loro case», ha detto nella notte l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite OCHA, avvertendo che «questo numero è destinato a crescere ulteriormente».

Cresce il bilancio delle vittime israeliane, salito a 1.200: sono «in maggioranza civili», ha detto il portavoce dell’esercito. I feriti sono più di 2.700. L’aumento nel bilancio delle vittime «non è dovuto al fatto che ci siano combattimenti in corso», ma piuttosto perchè «ora che il tempo è passato stiamo scoprendo corpi di israeliani morti nelle varie comunità in cui Hamas si è infiltrato e dove hanno condotto i loro massacri», ha spiegato Conricus. Il bilancio palestinese più recente fornito dalle autorità sanitarie di Gaza ha parla di 900 vittime nell’enclave da sabato. Tra i morti ci sono 260 bambini e 230 donne. Il ministro della Difesa israeliano Yoavv Gallant ha detto ha fatto capire che l’offensiva di terra a Gaza è imminente. «Hamas voleva un cambiamento e lo otterrà. Ciò che c’era a Gaza non ci sarà più. Abbiamo iniziato l’offensiva dal cielo, poi arriveremo anche da terra», ha aggiunto parlando ai soldati. Nel frattempo gli Stati Uniti stanno discutendo con Israele ed Egitto dell’idea di un corridoio umanitario per far sfollare i civili da Gaza, ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan. «Siamo concentrati su questa questione, ci sono consultazioni in corso», ha detto Sullivan ai giornalisti alla Casa Bianca. «Ma i dettagli vengono discussi tra le agenzie operative e non voglio condividerne troppo pubblicamente in questo momento», ha detto Sullivan.