Guerra Ucraina, il consigliere di Zelensky: qual è l'obiettivo militare di Kiev
La guerra in Ucraina sta andando avanti ormai da un anno e mezzo. Attualmente le forze di Kiev sono in difficoltà nella realizzazione di una reale controffensiva che metta al tappeto i militari del Cremlino. In questo contesto, però, Mykhailo Podolyak, consigliere di Volodymyr Zelensky, fa il punto della situazione e svela quali sono i reali obiettivi dell'esercito ucraino. Lo fa in un'intervista pubblicata sul Corriere della Sera del 28settembre. Sec0ndo il consigliere di Zelensky, il vero obiettivo dell'Ucraina è isolare la Russia dalla Crimea. E il motivo di tutto questo è solo perché la Crimea rappresenta un centro logistico nevralgico per le operazioni militari russe. «Abbiamo obiettivi tattici in diversi settori del fronte e uno strategico che è di eliminare la capacità della Crimea di rifornire le truppe sulla prima linea - dichiara Podolyak nell'intervista al Corriere della Sera - Qui stiamo avendo successo, è vero. Abbiamo pianificato l’attacco in tre fasi. Distruggere i sistemi di comunicazione radio, elettronici e le antenne radar per aprire il cielo sul Mar Nero. E siamo a un ottimo punto. La seconda fase è la distruzione della flotta russa sul Mar Nero o almeno il suo allontanamento dalla Crimea. E ci stiamo riuscendo. La terza fase sarà compromettere le loro infrastrutture logistiche al servizio dell’Armata: caserme, basi di raggruppamento, depositi di alimentari, carburante e munizioni, vie di trasporto compreso il ponte di Kerch. Per questo vedrete ancora un incremento dei nostri attacchi alla Crimea».
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Podolyak è sicuro che, quando la Crimea sarà sottratta dal controllo di Mosca, i russi inizieranno a subire conseguenze molto dolorose. "Di certo sarà un grande successo - prosegue Podolyak sul Corriere della Sera - I russi saranno più deboli. Basteranno pochi giorni per accorgersene. Le truppe russe al fronte andranno nel panico e la retorica politica di Mosca cambierà del tutto. Al Cremlino rispolvereranno la minaccia nucleare. Non solo Medvedev ma Putin in persona. E poi in Occidente le lobby pro russe si metteranno a parlare della necessità di una tregua o di negoziati di pace».