spionaggio
Allarme spie cinesi all'ambasciata italiana, cosa succede a Pechino
Allarme spie cinesi all'ambasciata italiana a Pechino. Ma come nasce questo allarme? Ce lo spiega "Libero" nell'articolo pubblicato il 27 settembre. Al centro di tutta la questione c’è il ruolo dei contrattisti assunti all'interno della rete diplomatico-consolare. Si tratta di una figura prevista per quei Paesi che hanno lingue particolari (come il cinese) che hanno, o dovrebbero avere, solo compiti di front desk. Nell'articolo la testimonianza del deputato di Fratelli d'Italia, Andrea Di Giuseppe, che sta seguendo da vicino la vicenda: "A causa della carenza del personale - racconta Di Giuseppe - i contrattisti si trovano a ricoprire anche posizioni piuttosto delicate. Oltretutto la normativa locale prevede obbligatoriamente, per tutte le Ambasciate straniere in Cina, l’assunzione tramite specifiche Agenzie di Servizi che, per quanto attiene al processo di selezione e al rapporto contrattuale, esplicano una funzione simile a quella delle agenzie interinali». Il nodo, secondo Di Giuseppe sta proprio qui: «Queste Agenzie di Servizio sono controllate dal governo cinese, che in quelle liste infila chi vuole. Perché no, anche spie".
Da qui deriva il dubbio di Andrea Di Giuseppe che "Paesi come la Cina - ma non solo - possano usare questi contrattisti per operazioni di spionaggio politico nei confronti di altri Paesi. Italia compresa". Per questo sarebbe importante cambiare le procedure di selezione di queste figure professionali: "Il concorso dovrà essere fatto a Roma - conclude Di Giuseppe - al fine di evitare indebite pressioni locali sui capi missione».