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F-35 scomparso negli Usa, spuntano gli audio del pilota: cosa non torna

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Una settimana fa la scomparsa di un F-35 negli Usa è balzata agli onori di cronaca. Il motivo? Dopo che il pilota si è lanciato e l'aereo è precipitato, si è persa traccia del caccia dei Marines americani. I resti del jet sono stati ritrovati solo dopo 24 ore nella Carolina del Sud. Ma come è andata davvero la vicenda? Le cause dell'incidente sono ancora da accertare. Tuttavia, risulta che, nel momento in cui il velivolo ha iniziato a perdere quota, sopra Charleston, dove l'F-35 sarebbe dovuto atterrare, erano in corso forti piogge. Sono gli audio del pilota ad aiutare chi indaga sull'accaduto ad avanzare le prime ricostruzioni. 

 

 

Stando a questi dati vocali del controllo del traffico aereo, infatti, il pilota si sarebbe lanciato nel momento in cui era già nei pressi dell'aeroporto cittadino: il segnale del transponder dell'F-35 è andato perso quando si trovava a circa “10 miglia dalla pista 15”. C'è un altro fattore da valutare. Al momento del lancio, il pilota aveva lasciato inserito il pilota automatico e proprio la sequenza di eiezione ha determinato lo spegnimento del transponder, quindi la sparizione del caccia dagli schermi radar.

 

 

È ovviamente in corso un'indagine sulle dinamiche dell'incidente. Intanto, i Marines hanno ordinato a tutti i reparti uno stand-down di sicurezza “per garantire che il servizio mantenga la standardizzazione operativa degli aerei pronti al combattimento con piloti ed equipaggi ben preparati”. Qualcosa in questa narrazione non torna. I caccia di nuova generazione non sanno volare senza l'ausilio del computer centrale di bordo che esegue continue e quasi impercettibili correzioni ad alettoni, slat e timoni. Questo vuol dire che il pilota automatico corregge autonomamente l'assetto del jet. 

 

 

Nei quattro minuti di chiamata al numero di emergenza 911, si sente l'abitante di una casa di North Charleston dire a un centralinista confuso: "Abbiamo un pilota in casa. Credo che sia atterrato nel mio cortile. Stiamo cercando di capire se possiamo far arrivare un'ambulanza a casa, per favore". Quindi le parole del pilota che, in primo luogo, ha assicurato di stare bene: "Signora, un jet militare è precipitato. Sono il pilota. Dobbiamo far partire i soccorsi. Non sono sicuro di dove sia l'aereo. Dovrebbe essere atterrato da qualche parte. Mi sono eiettato", ha detto. 

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