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Putin invia petroliere non "ice glass" nel Mar Glaciale Artico. Rischio disastro ambientale

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"La retorica nucleare della Russia a cui assistiamo fin dall’inizio di questa guerra, e in realtà anche prima, è pericolosa e sconsiderata ma noi abbiamo chiarito a più riprese anche alla Russia che una guerra nucleare non si può vincere e non deve mai essere scatenata, e questo è anche il motivo per cui servono una deterrenza e una difesa forti". Lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, intervistato nell'ultima puntata del programma In mezz’ora su Rai3. Intanto, un articolo apparso su Repubblica ha anticipato che il presidente della Russia potrebbe scatenare un vero e proprio disastro ambientale. Come? Inviando petroliere nel Mar Glaciale Artico. 

 

 

Vladimir Putin avrebbe deciso di inviare navi cisterne adibite al trasporto di greggio per aggirare sanzioni e intoppi alla vendita del petrolio. A raccontarlo, in realtà, è stato il Financial Times. "Nel mese corrente ci sono state almeno due navi russe che, per consegnare petrolio alla Cina, dal porto di Murmansk (Russia settentrionale) hanno deciso di circumnavigare la Siberia, attraversare lo stretto di Bering con l’Alaska e riscendere verso sud per attraccare nella cinese Rizhao", si legge sull'articolo del quotidiano Repubblica. 

 

 

Il tragitto, oltre a essere più breve e pensato strategicamente, farebbe anche risparmiare a Mosca "circa mezzo milione di euro a tratta, solo in carburante". "Questo dimostra la disperazione della Russia, che così minaccia l’ambiente", spiega al “Ft” Malte Humpert, giornalista della rivista specialistica High North News, che per primo ha denunciato queste operazioni rischiose della Russia. L'aspetto che più desta preoccupazione, tuttavia, è il fatto che il presidente russo abbia inviato navi non “ice class”, cioè non rinforzate e senza doppio scafo di sicurezza.

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