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Russia, chi governa sul Cremlino. A Mosca l'ombra dei servizi segreti

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A Mosca è stato inaugurato un nuovo monumento raffigurante Felix Dzerzhinsky, il fondatore della polizia segreta sovietica. Questa iniziativa, voluta e avallata dal governo di Putin, svela i reali rapporti di forza esistenti all'interno del potere russo. Ne parla Paolo Valentino nel suo articolo pubblicato sul Corriere della Sera in cui passa in rassegna le teorie dello storico russo-americano Yuri Felshtinsky "La notizia suona come ulteriore conferma alla sua tesi - scrive Valentino sul Corriere della Sera del 17 settembre - Egli, infatti rilegge l’intera storia moderna russa, dalla nascita dell’Unione Sovietica ai nostri giorni, come un lungo e ininterrotto tentativo da parte degli «uomini con le spalline», cioè i servizi, di prendere il controllo totale dello Stato e del Paese".

 

 

 

Secondo lo studioso in Russia la democrazia non vincerà finché il deep state sarà nelle mani degli uomini del Kgb prima e del Fsb poi. "La tesi centrale di Felshtinsky è che la democrazia non ha mai avuto nessuna chance di mettere radici e svilupparsi in Russia dopo il crollo dell’Urss, quando le timide aperture di Gorbaciov e poi quelle di Eltsin fecero sperare in un nuovo inizio e invece produssero solo caos, corruzione e povertà - spiega Paolo Valentino - I servizi hanno sempre controllato tutto — spiega Felsftinsky - e il Kgb, poi rinominato Fsb, è stata la sola istituzione a sopravvivere alla fine dell’Unione Sovietica»".

Poi la profezia su presunti disaccordi che oggi esisterebbero ai vertici del potere russo. "Oggi queste persone sono in disaccordo, non è chiaro su cosa - conclude Valentino citando Felshtinsky - Penso che certi dirigenti dell’Fsb trovino controproducente e suicidario il richiamo alla minaccia nucleare. E comunque sappiamo con certezza che Putin ha tentato di sottrarre Wagner al controllo dei servizi per farla passare sotto l’autorità del ministero della Difesa»". 

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