Armi all'uranio impoverito, l'affondo di Mosca contro gli Stati Uniti
La fornitura di armi all’ uranio impoverito all’Ucraina è un atto criminale da parte degli Stati Uniti. Lo ha dichiarato il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov a margine del seminario «Rafforzare il regime di non proliferazione nucleare» a Bishkek. «Questa non è solo una mossa di escalation, è un riflesso dello scandaloso disprezzo di Washington per le conseguenze ambientali dell’uso di questo tipo di munizioni in una zona di guerra», ha aggiunto, ricordando che in tutto il mondo sono stati pubblicati centinaia di materiali di esperti con le opinioni di ecologisti, medici, chimici sui danni irreparabili che tali armi possono causare all’ambiente. «Agli americani non importa. È chiaro che a loro non importa chi lo respira lì, dove si depositerà, quali conseguenze porterà per chi combatte e cosa accadrà alle generazioni che vivranno su questa terra», ha sottolineato Ryabkov.
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La decisione di fornire armi all'uranio impoverito era stata confermata dalle stesse autorità del Pentagono. Si preannuncia, dunque, un ulteriore, e decisamente preoccupante, salto di qualità nei già tesissimi rapporti tra le due principali potenze atomiche del pianeta. Il Pentagono ha infatti ufficializzato che, nell’ambito di un ulteriore pacchetto da 175 milioni di dollari di aiuti militari a Kiev, figureranno anche un numero imprecisato di proiettili all’uranio impoverito da 120 mm per armare i 31 carri armati M1 Abrams di fabbricazione americana consegnati a Kiev. Mosca ha più volte ammonito in passato che tale eventualità sarebbe stata percepita come una minaccia che avrebbe fatto compiere al conflitto «un’ulteriore escalation». La nuova fornitura bellica made in Usa a Kiev - la 46esima - include ulteriori attrezzature di difesa aerea; munizioni di artiglieria; armi anticarro, e altre attrezzature per aiutare l’Ucraina a contrastare le truppe russe.