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Prigozhin, mistero senza fine sulla morte: il dettaglio inquietante sui sosia

Luca De Lellis
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Era tutta una messa in scena, oppure in quell’aereo che il 23 agosto scorso si schiantava nelle campagne a Nord-Ovest di Mosca c’era davvero Yevgeny Prigozhin. È un quesito al quale in molti, russi e non, sentono di non poter ancora rispondere con assoluta certezza. Nonostante il test del Dna effettuato dalla Commissione d’inchiesta russa sull’incidente abbia fornito la conferma della morte del capo della milizia Wagner, nell’ultima settimana tanti piccoli indizi hanno suscitato ancora qualche dubbio. Secondo quanto riportato dal retroscena di Dagospia, “si sono moltiplicati i sosia di Prigozhin avvistati a Mosca negli ultimi giorni trascorsi dal capo di Wagner in Africa”. Ma non solo, perché riecheggiano anche “rivelazioni inquietanti sugli aerei scomparsi del gruppo mercenario”, nonché “video profetici pubblicati postumi sui canali Telegram vicini alla famiglia e criptiche poesie che alludono, sulla tomba di Prigozhin, al dubbio se sia vivo o morto”.

 

 

Innanzitutto, la questione dei sosia sta mettendo un po’ in imbarazzo anche il Cremlino. Addirittura nel giorno del suo funerale, è stata notata la moglie di uno dei suoi presunti cloni. E poi, “alcuni testimoni avrebbero visto Prigozhin lavorare in Africa circondato dalle sue guardie del corpo nelle stesse ore e lo stesso giorno in cui era dato al Cremlino da Putin, come se a Mosca fosse andato un suo alias”, racconta il sito curato da Roberto D’Agostino. Prigozhin, dopo l’insurrezione di fine giugno interrotta a 200 km da Mosca che ha messo sul suo corpo un grosso bersaglio con stampata la faccia di Vladimir Putin, in quelli che sono stati forse i suoi ultimi giorni di vita aveva compreso di essere in forte pericolo. Tanto da aver messo in moto un sistema organizzato di depistaggi che, chissà, potrebbero averlo salvato.

 

 

Trasferendoci al capitolo filmati, dal giorno della sua morte su diverse chat di Telegram sono apparsi video che ritraggono il capo della Wagner ancora in Africa. Prigozhin è in auto e viene inquadrato dalla telecamera mentre ci tiene a rassicurare tutti: “Per coloro che stanno discutendo se sono vivo o no, come sto. È il fine settimana, la seconda metà dell'agosto 2023. Mi trovo in Africa, quindi coloro a cui piace discutere della mia liquidazione, della vita intima, dei guadagni o di qualsiasi altra cosa... Va tutto bene”. Insomma, il “giallo” lungi ancora dall'essere risolto. Stando alle dichiarazioni ufficiali di Mosca, Prigozhin era in quell’aereo colpito e tragicamente affondato, nel quale hanno perso la vita 10 persone. Ma ci si può davvero fidare?

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