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Soros fa tagli pesanti in Europa, ecco cosa accade alla sua Fondazione

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La Open Society Foundations (Osf) di George Soros, il banchiere e filantropo di origini ungheresi naturalizzato americano, intende ridurre in maniera significativa le operazioni in Europa e licenziare gran parte dello staff nel continente. È quanto rivelato da una mail interna inviata dai dirigenti della fondazione del miliardario al personale della sede di Berlino, visionata dall’Associated Press. La decisione, che porterebbe ad una riduzione sostanziale delle attività europee della fondazione, fa seguito all’annuncio fatto a fine giugno da Alex Soros, il figlio di George Soros, riguardo ad un nuovo modello operativo. La fondazione di Soros porta avanti anni battaglie che vanno dai diritti omosessuali al cambiamento climatico fino alle politiche per incentivare l'immigrazione nel continente europeo. Spesso si è scontrato con governi conservatori come quello di Orban in Ungheria.

 

 

Alex Soros aveva assunto lo scorso dicembre la presidenza del Consiglio di amministrazione della Open Society Foundations. I beneficiari dei fondi in Europa riferiscono ad Ap di non avere ricevuto dai vertici della 
Fondazione alcuna comunicazione riguardo al cambio di strategia. Secondo quanto risulta all’Associated Press, la 
fondazione ha proposto un taglio del personale dell’80% negli uffici di Berlino, almeno del 60% in quelli di Bruxelles e un numero imprecisato di licenziamenti nella sede di Londra.

 

 

«La Open Society Foundations sta cambiando il modo in cui lavoriamo, ma la mia famiglia e OSF sostengono da tempo e rimangono fermamente impegnati nel progetto europeo», ha affermato Alex Soros in una nota. Un portavoce di Osf ha affermato che la fondazione resta impegnata «nella promozione della democrazia e nella lotta contro l’autoritarismo in Europa, e nel settore della società civile che è cruciale per tali cause». I beneficiari hanno dichiarato all’Associated Press che il ritiro del sostegno ai diritti umani, alla partecipazione politica o alla protezione digitale nell’Unione europea sarebbe un errore strategico e si chiedono se la fondazione abbia preso una decisione definitiva in tal senso. Hanno anche affermato che la mancanza di comunicazione e l’incertezza stanno danneggiando la reputazione di Osf.

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