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Cina, Evergrande torna in Borsa e le azioni vanno in fumo: il crollo mai visto

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Il colosso immobiliare cinese ultraindebitato Evergrande ha ripreso le contrattazioni alla Borsa di Hong Kong dopo una sospensione di 17 mesi per la mancata pubblicazione dei risultati finanziari. Il titolo è crollato di quasi l’87% durante gli scambi e il valore di mercato di Evergrande è sceso a circa 590 milioni di dollari a metà giornata. Nel 2017 aveva raggiunto un picco di oltre 50 miliardi di dollari. In un comunicato venerdì la società aveva affermato di aver «adempiuto» ai propri obblighi, tra cui la pubblicazione dei risultati, e di aver «rispettato le linee guida per la ripresa» stabilite dalla borsa. Le azioni della società erano state sospese nel marzo 2022 dopo la mancata pubblicazione dei risultati del 2021. I risultati annuali per il 2021 e il 2022 sono stati finalmente pubblicati il mese scorso, motivo per cui il mercato azionario ha dato il via libera alla ripresa delle contrattazioni.

 

 

Evergrande ha inoltre rinviato gli incontri con i creditori sulla ristrutturazione del suo debito offshore poche ore prima del loro svolgimento. Il rinvio di circa un mese consentirà ai creditori di «considerare, comprendere e valutare» il piano, ha dichiarato la società in una nota diramata stamattina dalla borsa. Il piano proposto da Evergrande offre ai creditori la scelta di scambiare il proprio debito con nuovi titoli emessi dalla società o con azioni di due controllate, Evergrande Property Services Group ed Evergrande New Energy Vehicle Group. Le assemblee si terranno tra il 25 e il 26 settembre, un periodo che, secondo il promotore, è «in linea» con il calendario previsto dai creditori. 

 

 

All’inizio di questo mese, la società ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti, una mossa volta a proteggere le sue attività statunitensi durante la ristrutturazione. La società ha anche rinviato le istanze di liquidazione presso i tribunali di Hong Kong, con l’udienza di un caso rinviata a ottobre. Evergrande, la cui spirale negativa è emblematica della crisi immobiliare cinese, ha annunciato domenica di aver ridotto le perdite nella prima metà dell’anno, nonostante una preoccupante mancanza di liquidità. Le sue perdite nette per il periodo gennaio-giugno sono state pari a 33 miliardi di yuan (4,53 miliardi di dollari).

 

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