Guerra Ucraina, la profezia di Volodymyr Gavrilov su Wagner e Lukashenko
Con la morte di Prigozhin la Wagner è finita. Non ha dubbi Volodymyr Gavrilov, viceministro della Difesa e generale maggiore della riserva ucraino. «La morte di Prigozhin segna la fine della Wagner così come l’abbiamo conosciuta. L’intera organizzazione si basava sul carisma del suo capo e del suo vice, Dmitrij Utkin, che l’aveva fondata. Erano loro a garantire il collegamento e la simbiosi tra lo Stato russo e la milizia. Spariti loro, nulla può più funzionare, i mercenari sono ancora tanti, ma sono anche fragili, esposti, privi di fondi e direzione coerente. Vedremo forse nei prossimi giorni qualche timido episodio di resistenza in Russia ma non avrà alcun peso sullo scenario ucraino», sostiene in un’intervista al Corriere della Sera il 65enne viceministro della Difesa e generale maggiore della riserva ucraino Volodymyr Gavrilov.
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E non costituiscono un pericolo le migliaia di «wagneriani» rifugiati in Bielorussia? «Sono un incubo per Lukashenko, che non era pronto a tenerli controllati, non sa che farne: un problema di ordine interno per la Bielorussia ma non per i Paesi confinanti». Cosa risponde a chi dice che la vostra controffensiva non funziona? «Molti tra coloro che sono dubbiosi oggi, nel marzo 2022 dicevano che in pochi giorni Putin avrebbe preso Kiev. Si sbagliarono allora, non capirono le nostre vittorie dello scorso autunno e proveremo che si sbagliano anche adesso. La nostra avanzata procede bene, forse appare troppo lenta agli analisti da tastiera, però martella i russi ogni giorno e, a un certo punto, li sbaraglieremo, la svolta può arrivare in ogni momento. I russi hanno difficoltà a difendere la Crimea. Intanto a Mosca i droni nei cieli sono presenze quotidiane. E la Russia ha perso il controllo del Mar Nero».