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Cina, crisi Evergrande. Il think tank Usa: onda lunga arriverà anche in Italia

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La crisi del settore immobiliare cinese fa tremare l'economia mondiale. Il gigante China Evergrande ha chiesto una procedura di "bancarotta protetta", ossia una ristrutturazione del debito. L'obiettivo è quello di rendere non aggredibili i beni che la società possiede negli States, dato che la montagna di debiti accumulata è spaventosa. Si parla di oltre 330 miliardi di dollari. Il gruppo basato a Shenzhen ha emanato una nota in cui afferma che l'"istanza è una normale procedura di ristrutturazione del debito offshore e non comporta istanza di fallimento". Scatta, però, l'allarme per i mercati dell'intero Pianeta: "I problemi sono strutturali, il governo ha provato tante volte a correggere la bolla senza riuscirci. E le implicazioni possono riguardare anche il turismo in Italia", ha assciurato Ilaria Mazzocco, senior fellow del Center for strategic and international studies (Csis).

 

 

Proprio le tribolazioni del segmento abitativo della Cina sono state argomento di analisi del think tank Usa. "La pressione non è mai veramente andata via. Ci sono problemi strutturali che non sono stati risolti e anzi che si stanno acutizzando. Stiamo vedendo un necessario riassestamento nel mercato immobiliare. Necessario ma sicuramente doloroso, soprattutto perché andrà a toccare direttamente molte famiglie", ha spiegato Mazzocco. Alla domanda se queste difficoltà fossero prevedibili, il senior fellow ha risposto: "Il governo è al corrente del problema da anni e ha provato più volte a correggere la bolla nel settore immobiliare. In realtà sono state proprio le mosse del governo a peggiorare la situazione, accelerando la crisi quando si è tentato di dare un taglio alla speculazione".

 

 

Quali le conseguenze delle mosse del Dragone? "Il risultato è stato che molte imprese si sono ritrovate senza liquidità e la domanda è scesa, portando a un crollo dei prezzi e lasciando molti progetti incompleti. In molti casi ci sono persone che hanno pagato in anticipo per appartamenti che non verranno mai costruiti". Secondo quanto ha affermato Mazzocco, il crack di Evergrande avrà implicazioni su scala mondiale. "La crescita dell'economia cinese è dipesa moltissimo dal settore immobiliare negli ultimi dieci anni e ora sta avendo un impatto negativo su tutta l'economia. Inoltre, una grossa proporzione dei risparmi delle famiglie cinesi sono investiti nel mattone. Con il crollo dei prezzi immobiliari e la disinflazione, questo potrebbe portare a un relativo impoverimento improvviso di molti. Ci sono altri problemi al momento nell'economia cinese, basti pensare che al momento l'economia americana sta crescendo più velocemente di quella cinese", ha aggiunto la borsista del Csis. Quali, quindi, i probabili scenari. Mazzocco non ha dubbi: "Se dovesse venire meno la Cina come motore mondiale, potrebbe avere sicuramente effetti negativi per il resto del mondo".  

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