Russia, 6000 droni kamikaze. Il documento sul piano da 2 miliardi di dollari
Un piano che costa 2 miliardi di dollari, un ibrido di tecnologia iraniana e russa. Un'importante inchiesta del Washington Post ha fatto luce sulla notizia secondo cui la Russia starebbe per importare ben 6000 droni kamikaze Shahed-136 di fabbricazione iraniana. Stando a quanto scritto sul quotidiano statunitense, infatti, la Federazione russa starebbe installando un progetto di costruzione di velivoli senza pilota iraniani su licenza nell'impianto russo di Alabuga.
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L’impianto di Alabuga era finito già al centro di un'articolata inchiesta del Financial Times. Il quotidiano economico-finanziario britannico aveva già rivelato il ruolo dell'Albatross, l’azienda che sta producendo i dispositivi bellici evolvendo un ibrido di tecnologia russa e iraniana. Ora sarebbero spuntati documenti interni dell’impianto di Alabuga che mostrerebbero la strategia sviluppata dai project manager russi per portare in piena efficienza il processo produttivo. A offrirli sarebbe stato un dipendente anonimo dell'impianto che intenderebbe sabotare i piani del Cremlino e battersi per la fine della guerra in Ucraina.
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Sebbene, come annunciato, l'obiettivo sarebbe quello di costruire 6000 droni kamikaze, progettati per colpire bersagli a terra fino a 2500 chilometri dal sito di lancio, Alabuga per ora avrebbe prodotto solamente trecento strutture di droni a cui la Russia avrebbe poi aggiunto motori comprati dall’Iran. Un documento che risale a febbraio stima che “il valore del progetto sia di 151 miliardi di rubli, oltre 2 miliardi di dollari al tasso di cambio dell’epoca". "In base agli accordi raggiunti in precedenza, più della metà di quella somma doveva andare all’Iran, che ha insistito per essere pagato in dollari od oro a causa della volatilità del rublo”, si legge ancora. Una transazione di certo sorprendente, considerando che le economie dei due Paesi in questione sono state colpite numerose sanzioni.