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Putin mette le mani sul web: manovre per nazionalizzare il "Google russo"

Vladimir Putin si prende il Google russo? Il cofondatore di Yandex, il principale motore di ricerca Internet in Russia, Arkadi Volozh, ha condannato la guerra contro l'Ucraina: "Sono categoricamente contrario alla barbara invasione della Russia in Ucraina, dove ho, come tanti, amici e parenti. Sono inorridito dal fatto che ogni giorno cadano bombe sulle case degli ucraini", ha detto in un comunicato consegnato dai suoi collaboratori al portale indipendente Meduza. Il tutto mentre il think tank americano Institute for the Study of War (ISW) ha sottolineato nella sua ultima analisi sul conflitto in Ucraina il probabile tentativo del Cremlino di nazionalizzare Yandex.

 

  

In vista delle elezioni presidenziali del 2024, il governo russo costringerebbe il "Google russo" a prendere le distanze dalle sue filiali estere, tra cui l’israeliana "Uber" Yango, per ottemperare alle leggi russe sulla divulgazione dei dati, che obbligano Yandex a fornire tutti i dati dei propri utenti - e non solo quelli degli utenti in Russia - al Servizio di sicurezza federale (FSB). La società era già stata multata per non aver fornito questi dati, anche se Yandex ha affermato che non era tecnicamente possibile.

 

Anche l’attuale amministratore delegato del gruppo, Artiom Savinovsky, è stato multato per aver violato le leggi russe sulla censura. Ieri, il fondatore ed ex amministratore delegato di Yandex Volozh che si è ritirato dall’azienda dopo l’invasione russa, come detto ha criticato pubblicamente l’offensiva "barbara" in Ucraina. L’ISW ipotizza un’acquisizione di Yandex da parte del primo vicecapo di gabinetto della presidenza russa, Sergey Kirienko, in quanto "Putin cercherebbe di premiare Kirienko per la sua lealtà personale, in particolare dopo la ribellione del gruppo Wagner del 24 giugno".