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Guerra in Ucraina, Erdogan continua a far da paciere: Putin volerà in Turchia
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha invitato il suo omologo russo, Vladimir Putin, a evitare un’escalation in Ucraina, dopo che Mosca ha colpito strutture vitali per le spedizioni di grano nel Sud del Paese, compreso un porto sul Danubio. I due hanno avuto un colloquio telefonico in cui Ankara sostiene si sia arrivati all’intesa per una visita di Putin in Turchia, mentre il Cremlino ha parlato solo di «possibile incontro». Erdogan è stato un attore chiave nell’accordo - ormai fallito dopo l’uscita della Russia il 18 luglio ma che ha consentito il passaggio sicuro delle forniture di grano ucraine dal Mar Nero - e si è posizionato come intermediario nel conflitto. Il leader turco ha detto che «non dovrebbero essere prese misure che possano intensificare le tensioni nella guerra Russia-Ucraina» e ha sottolineato il significato dell’intesa mediata anche dall’Onu, definendola un «ponte per la pace». In base a quanto reso noto dalla presidenza turca, durante la telefonata Erdogan ha ribadito l’importanza di mantenere in vita un dialogo tra Russia e Ucraina ed evitare azioni che possono favorire una escalation della tensione. Erdogan ha promesso che la Turchia continuerà a impegnarsi per favorire il dialogo tra le parti in conflitto.
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Il leader turco, nelle scorse settimane, ha ribadito di attendere Putin in Turchia soprattutto perché tra i due Paesi è rimasta in sospeso la questione del mancato rinnovo dell’accordo che ha consentito il passaggio di grano ucraino attraverso il Mar Nero nell’ultimo anno. Nella telefonata, Erdogan ha spiegato che dal mancato rinnovo dell’intesa i costi di alcuni prodotti alimentari sono aumentati del 15% e che a risentirne saranno soprattutto i Paesi poveri. Putin, dal canto suo, ha ribadito che la linea di Mosca è rientrare nell’intesa «appena l’Occidente rispetterà gli obblighi verso la Russia» contenuti nell’intesa. Mosca rivendica il mancato rispetto delle clausole contenute nell’accordo siglato ad Istanbul il 22 luglio 2022, in cui si prevede anche il passaggio di grano e fertilizzanti russi. Una condizione che non è stata rispettata non a causa delle sanzioni, che non colpiscono grano e fertilizzanti russi, ma degli ostacoli che le sanzioni causano su pagamenti, approdi, logistica e assicurazioni sui prodotti russi. La situazione ha spinto Mosca a bloccare la registrazione di nuove navi cargo a partire dallo scorso 27 giugno.
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Impossibile pensare che le navi possano partire senza le adeguate garanzie da parte di Mosca, alla luce anche degli ultimi attacchi sferrati dall’esercito russo alle infrastrutture portuali nella regione di Odessa, zona coperta dall’intesa. L’accordo fornisce la garanzia che le navi non vengano attaccate una volta salpate dai porti ucraini. Dal canto suo, Putin ha invece chiesto il sostegno della Turchia per l’esportazione dei cereali russi all’Africa. «Dato il fabbisogno alimentare dei Paesi più bisognosi, si stanno elaborando opzioni per consentire consegne di cereali russi», si legge nella nota del Cremlino. «C’è la volontà di cooperare in questo settore con la Turchia e altri Stati interessati», ha indicato il Cremlino.