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Usa-Cina, gli 007 scoprono il software che blocca le operazioni militari

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Gli Stati Uniti sono convinti che la Cina abbia inserito codici informatici malevoli nelle reti che regolano i sistemi di comunicazione e le forniture d’acqua alle basi militari americane nel mondo. Lo riporta il New York Times, che cita fonti dell’intelligence e del Pentagono. La scoperta di codici malevoli ha rialzato l’attenzione riguardo la presenza di hacker cinesi, che opererebbero per conto dell’Esercito popolare di liberazione, il nome ufficiale delle forze armate della Repubblica popolare cinese e del Partito comunista cinese. Secondo Washington, i pirati informatici avrebbero inserito codici con l’intento di disturbare le operazioni militari Usa nell’eventualità di un conflitto. Il pensiero è andato subito a Taiwan, da anni nelle mire di Pechino. Il «malware», secondo un rappresentante del Congresso, di cui non viene indicato il nome, era una «bomba a orologeria» in grado di dare alla Cina il potere di ostacolare o rallentare il dispiegamento di militari o il ripristino di servizi basilari in caso di blackout nella fornitura di energia elettrica e idrica e nelle comunicazioni.

 

 

 

 

Ma l’impatto, secondo rappresentanti dell’amministrazione federale, avrebbe avuto dimensioni ancora più grandi, perché avrebbe riguardato anche abitazioni e attività di cittadini americani. Il primo allarme è scattato a fine maggio quando Microsoft aveva individuato un misterioso codice informatico nel sistema di telecomunicazioni di Guam, nel Pacifico, dove si trova una grande base dell’aviazione americana, e in altre aree degli Stati Uniti. Più di una dozzina di esperti tecnologici e militari, secondo il New York Times, avrebbero confermato l’opera di sabotaggio cinese, e indicato in almeno un anno la finestra in cui questo piano è entrato in funzione. I tentativi degli hackers cinesi sarebbero stati messi in pratica in una serie di strutture americane, anche fuori dagli Stati Uniti. La scoperta ha spinto l’amministrazione Biden a guidare una serie di riunioni nella Situation Room, la sala blindata nel bunker della Casa Bianca che ospita gli incontri di livello massimo e sulle questioni più delicate in cui è in gioco la sicurezza degli Stati Uniti. Membri del Congresso erano stati informati da mesi da rappresentanti dell’amministrazione Biden.

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