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Guerra in Ucraina, il capo delle spie inglesi ammonisce: “Putin non va umiliato”

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Sir Richard Moore sorprende tutti con le sue parole su Vladimir Putin. Il numero uno dell’MI6, l’equivalente della Cia del Regno Unito, è stato intervistato a Londra e ha predicato cautela rispetto agli atteggiamenti incendiari dell’Ucraina, anche dal punto di vista comunicativo: “Nessuno vuole umiliare Putin, tanto meno nessuno vuole umiliare la grande nazione russa. Però la strada per loro è molto chiara, ritirate tutte le vostre truppe. La maggior parte dei conflitti si conclude con una sorta di negoziato. Spetta all’Ucraina definire i termini della pace, non a noi. Il nostro compito è cercare di metterli nella posizione migliore possibile per negoziare, da una posizione di forza, ed è quello che intendiamo fare. Il concetto chiave resta negoziare, da una posizione di forza”.

 

 

Moore ha ben chiaro quanto sia difficile interpretare il pensiero del presidente della Russia, soprattutto dopo il golpe della Wagner, che risale ormai ad un mese fa: “Non si fa avanzare un gruppo di mercenari sull’autostrada verso Rostov e non li si fa arrivare a 125 chilometri da Mosca, a meno che non avessi affatto previsto che potesse accadere. È probabile che Putin si senta sotto pressione. Yevgeny Prigozhin era una sua creatura, completamente creata da lui, eppure gli si è rivoltato contro. E lui non ha davvero reagito contro Prigozhin. Ha fatto - lo smaschera il capo dell’intelligence britannica - un accordo per salvarsi la pelle usando i buoni uffici del leader bielorusso”.

 

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