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Firmato l'accordo sui migranti, ora tocca alla Tunisia fermarli

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Dario Martini
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La firma del memorandum d’intesa con la Tunisia è realtà. Giorgia Meloni lo ha voluto fortemente e ha lavorato a lungo negli ultimi mesi per raggiungere questo obiettivo che ha, come cardine principale, l’impegno del governo africano di fermare i migranti. La prima missione a tre, targata Meloni-Rutte-von der Leyen, era andata in scena l’11 giugno scorso. In quell’occasione erano state gettate le fondamenta dell’accordo sottoscritto ieri pomeriggio nel palazzo presidenziale di Cartagine. Il presidente del Consiglio italiano ha annunciato anche un ulteriore passo in avanti per affrontare l’emergenza immigrazione: una conferenza internazionale a Roma che si terrà domenica prossima. Ci sarà il presidente tunisino Kais Saied, ma anche altri importanti capi di Stato e di governo di alcuni Paesi del Mediterraneo. In realtà, il percorso che dovrà porre un freno alle migrazioni illegali in Europa, passando dall’Italia, è appena iniziato. Come ha spiegato il primo ministro olandese Mark Rutte, «ora l’accordo va approvato dagli Stati membri».

 

Il sostegno, comunque, dovrebbe essere ampio. Anche Meloni ha sottolineato come questo sia «un punto di partenza a cui dovranno seguire diversi altri accordi per mettere a terra gli obiettivi che ci siamo dati». «Il partenariato con la Tunisia - ha aggiunto il premier rappresenta per noi un modello per costruire nuove relazioni con i vicini del Nord Africa. Una vera collaborazione per affrontare in modo integrato la crisi migratoria e lo sviluppo per entrambe le sponde del Mediterraneo». Ci sono comunque ancora dei nodi da sciogliere, come il ruolo del Fondo monetario internazionale che chiede a Tunisi una serie di riforme in cambio di un maxi finanziamento da 1,9 miliardi di dollari. Diktat che Saied ha respinto anche ieri. Per essere concreti, la stretta sui trafficanti che gestiscono il business dell’immigrazione illegale passa da 100 milioni di euro che la Ue assegnerà alla Tunisia. Ora tocca a Saied far sì che l’esodo di barconi rallenti sensibilmente. Il quadro d’azione del memorandum, però, è molto più ampio e si basa su quelli che von der Leyen definisce «cinque pilastri».

 

Ad illustrarli è la stessa presidente della Commissione, che rimarca: «Ora Europa e Tunisia sono legate»: 1) Creare opportunità per i giovani tunisini. Per loro «ci sarà una finestra in Europa con l’Erasmus» per cui sono previsti 10 milioni di euro. Per modernizzare 80 scuole tunisine vengono stanziati altri 65 milioni. 2) Sviluppo economico della Tunisia. La Ue aiuterà la crescita e la resilienza dell’economia tunisina. 3) Investimenti e commercio. «La Ue è il più grande partner economico della Tunisia. Ci saranno investimenti anche per migliorare la connettività del Paese, per il turismo e l’agricoltura; 150 milioni verranno stanziati per il «Medusa submarine cable», la connessione sottomarina tra Europa e Tunisia. 4) Energia pulita. La Tunisia ha «potenzialità enormi» per le rinnovabili e l’Europa ha bisogno di «fonti per l’energia pulita. «Abbiamo stanziato 300 milioni per questo progetto ed è solo l’inizio». 5) Contenimento dei flussi migratori illegali. «Bisogna stroncare i trafficanti- spiega von der Leyen- e distruggere il loro business». Per questo motivo sono stati stanziati i 100 milioni. 

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