Nodi al cremlino
Russa, Putin non riesce a risolvere la grana Wagner. E con la missione rischia l’arresto
Continuare a combattere in Ucraina sotto la guida del comandante russo Andrey Troshev. Era questa l'offerta avanzata dal presidente russo Vladimir Putin al capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, e ai suoi combattenti. Proposta che sarebbe stata in parte accettata dai miliziani, ma bloccata da Prigozhin. A quel punto per Mosca non c'erano altre vie per mantenere attiva la milizia nel Paese. "Non abbiamo una legge per le organizzazioni militari private", ha sottolineato Putin, quindi, giuridicamente, "la Wagner non esiste”. L'assenza è percepita anche sul campo di battaglia: il Pentagono ha fatto notare che il gruppo Wagner non sta assumendo "alcun ruolo significativo" nelle "operazioni di combattimento" in Ucraina. I miliziani sono impegnati in Bielorussia a fare da istruttori ai soldati di Minsk, il ministero della Difesa bielorusso ha fatto sapere che "le sessioni di addestramento con le unità delle truppe territoriali si tengono nei pressi di Osipovichi". Luogo dove, secondo le informazioni circolate sui canali social della Wagner, si troverebbe, o almeno sarebbe stato, anche il loro capo Prigozhin. In una foto diffusa sul web lo si vede in mutande all'interno di una tenda da campo. "Supponiamo che questa foto sia stata scattata il 12 luglio alle 7.24, e in questo caso Yevgeny Prigozhin era davvero nel campo bielorusso vicino a Osipovichi, o meglio, ha trascorso la notte lì", ha detto il gruppo di monitoraggio 'Belarusian Gayun'.
Intanto, è botta e risposta tra Ankara e Mosca sull'accordo sul grano, in scadenza il prossimo 17 luglio. Al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha detto che "la Russia e la Turchia sono sulla stessa lunghezza d'onda per quanto riguarda l'estensione dell'accordo sui cereali", il Cremlino ha risposto secco che "non ci sono state dichiarazioni su questo punto da parte russa". La proroga dell'accordo, che permette all'Ucraina di esportare in sicurezza i propri cereali attraverso il Mar Nero, rischia di lasciare senza beni di prima necessità il continente africano. "Ci auguriamo che a Mosca prevalga il buon senso e che si capisca che le popolazioni africane non hanno nulla a che fare con lo scontro che c'è in Europa orientale", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ribadendo il sostegno dell'Italia alla mediazione turca.
L'Africa è terreno di tensioni anche per il previsto vertice Brics che si terrà in Sudafrica ad agosto. Il vicepresidente Paul Mashatile ha fatto sapere in un'intervista al settimanale sudafricano Mail&Guardian che le autorità hanno espressamente chiesto che alla riunione partecipi il ministro degli Esteri Sergei Lavrov al posto del presidente Vladimir Putin, su cui pende un mandato d'arresto internazionale. "Capiamo di essere vincolati dallo Statuto di Roma, ma non possiamo invitare qualcuno e poi arrestarlo", ha detto Mashatile, "potete capire il nostro dilemma. Saremmo felici se non venisse". La richiesta è stata espressa in persona dal presidente Cyril Ramaphosa, ma il Cremlino non ha ancora preso una decisione in merito.