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Russia, "purghe e arresti": che succede dopo la rivolta della Wagner

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A distanza di circa due settimane dalla rivolta del gruppo Wagner, spuntano clamorose indiscrezioni in merito al pugno duro adottato dal Cremlino per ristabilire l’ordine e punire eventuali complici dell’operazione avallata da Yevgeny Prigozhin, fondatore della Wagner. Poche ore dopo l’inizio della ribellione, pere che il servizio di sicurezza interna (Fsb) della Russia sia entrato a gamba tesa, con arresti e interrogatori a tappeto. 

 

 

Alcune ore dopo l’inizio della rivolta del gruppo Wagner, avvenuta il 24 giugno scorso, il Cremlino avrebbe arrestato vari alti ufficiali russi. È quanto rivela il Wall Street Journal. Secondo il quotidiano statunitense, si trattava di un tentativo da parte del governo russo di allontanare eventuali collaboratori. Il generale Sergei Surovikin, che dal giorno della rivolta non appare in pubblico, sarebbe stato arrestato a Mosca e interrogato. Altri sospettati di aver collaborato con il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, sarebbero stati arrestati, sospesi o licenziati. 

 

 

Oltre 15 alti ufficiali militari sospesi e 13 arrestati, tra cui il generale Sergej Surovikin, il suo vice, il colonnello generale Andrey Yudin, e il vice capo dell’intelligence militare, il tenente generale Vladimir Alexeyev, con questi ultimi due in seguito rilasciati. Questo è il bilancio che fonti anonime hanno riportato allo Wall Street Journal. "Le detenzioni servono a ripulire i ranghi di coloro di cui si ritiene non ci si possa più fidare", ha detto una fonte, secondo cui un considerevole numero di agenti aveva legami con la milizia armata privata guidata da Yevgeny Prigozhin.

 

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