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Scontri in Francia, auto in fiamme contro la casa di un sindaco. Il piano di Macron

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Appello alla calma in Francia dalla nonna di Nahel, il 17enne la cui uccisione martedì a Nanterre da parte di un poliziotto ha scatenato le proteste che da nord a sud infiammano il Paese. «Voglio che tutto questo finisca ovunque», è l’appello della nonna del giovane, Nadia, affidato a Bfmtv. «Alle persone che stanno rompendo le cose, dico di fermarsi. Non distruggete le scuole o gli autobus», è l’appello della donna, «sono le madri che prendono gli autobus». La donna sostiene che gli autori delle violenze stiano «usando Nahel come pretesto» e dice di non avercela con la polizia ma solo con il poliziotto che ha ucciso suo nipote, sottolineando di avere «fiducia nella giustizia». Le parole della nonna di Nahel, all’indomani dei funerali del giovane, sono giunte dopo un'altra notte di contestazioni e violenze.

In particolare dopo lo shock per quanto accaduto a Hay-les-Roses, Comune nella regione di Parigi: la casa del sindaco del sobborgo parigino, Vincent Jeanbrun, del partito conservatore d’opposizione Les Republicains, è stata attaccata con un’auto in fiamme che è stata usata per sfondare il giardino. Il sindaco stesso ha riferito che l’attacco è avvenuto intorno all’1.30 e sono rimasti feriti la moglie e il figlio mentre lui si trovava in municipio per monitorare la situazione: «È stato raggiunto un nuovo livello di orrore e di ignominia», ha detto Jeanbrun che ha anche esortato il governo a imporre lo stato di emergenza. Il procuratore regionale Stephane Hardouin ha aperto un’inchiesta per tentato omicidio, dichiarando alla tv francese che un’indagine preliminare suggerisce che l’auto avrebbe dovuto colpire la casa e incendiarla. «Faremo di tutto per riportare l’ordine il prima possibile», ha promesso la premier francese Elisabeth Borne, recatasi a L’Hay-les-Roses per incontrare Jeanbrun insieme al ministro dell’Interno Darmanin.

 

 

 

Complessivamente nell'ultima notte di proteste sono stati 719 gli arresti, quindi meno rispetto agli oltre 1.300 della notte precedente. Un risultato che il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha attribuito alla «azione risoluta delle forze di sicurezza». Nella città mediterranea di Marsiglia, dove erano stati mandati rinforzi, sono scoppiati scontri ma sono apparsi meno intensi della sera precedente. In previsione delle nuove proteste, Darmanin ha deciso di dispiegare nuovamente 45mila agenti, lo stesso numero delle notti precedenti.

All'Eliseo, intanto, è stata organizzata una riunione in cui il presidente Emmanuel Macron ha fatto un punto sulla situazione con la premier Borne, il ministro dell’Interno Darmanin e quello della Giustizia, Éric Dupont-Moretti. Intanto preoccupazione perché le proteste sono arrivate anche in Svizzera: oltre un centinaio di giovani è sceso in piazza sabato sera a Losanna e il bilancio è di 7 fermati, 6 dei quali minorenni. Il quotidiano Le Matin ha riferito di danni ad alcune attività commerciali, aggiungendo che in diverse occasioni le forze dell’ordine avrebbero disperso gruppi di persone incappucciate che lanciavano sampietrini contro di loro e che una molotov sarebbe stata lanciata contro gli agenti di polizia, senza causare feriti.

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