Francia, altra notte di violenze e mille arresti: spari contro la polizia
È stata ancora una notte di disordini in Francia dopo la morte del 17enne Nahel, ucciso da un poliziotto durante un controllo di routine che il ragazzo avrebbe cercato di evitare. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, è stato nella notte a Mantes-la-Jolie, nella regione dell’Ile-de-France, e - riporta Bfmtv - ha confermato che sono state fermate almeno 471 persone durante la quarta notte di disordini.
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In realtà il ministero dell’Interno ha fornito un bollettino ben diverso questa mattina, sottolineando che è salito a 994 persone il bilancio degli arresti nella notte in Francia a causa delle violenze esplose dopo la morte del giovane. Il dicastero francese parla comunque di violenze di «minore intensità» rispetto alle giornate precedenti. I feriti sono «79 tra poliziotti e gendarmi», circa 1.350 veicoli sono stati dati alle fiamme, 234 edifici sono stati incendiati o danneggiati e sono stati registrati 2.560 incendi su strade pubbliche. Il ministero dell’Interno francese ha anche registrato 31 attacchi a stazioni di polizia, 16 attacchi a stazioni di polizia municipale e 11 a caserme della gendarmeria. Lione e Marsiglia sono le due città più colpite dalle violenze. A Vaulx-en-Velin, alla periferia di Lione, un rivoltoso ha sparato contro la polizia. Un tentativo di attacco è inoltre avvenuto nei locali della Direzione Centrale della Polizia Giudiziaria (DCPJ), a Nanterre.
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La Francia ha dispiegato 45.000 agenti sostenuti da veicoli blindati leggeri, mentre unità di polizia e altre forze di sicurezza si sono sparpagliate in tutto il paese per reprimere la violenza per la morte di Nahel. Darmanin aveva annunciato una mobilitazione «eccezionale» di polizia e gendarmi per evitare una quarta notte consecutiva di disordini per la morte di Nahel, che sarà sepolto oggi nel sobborgo parigino di Nanterre dove viveva ed è stato ucciso. Gli avvocati della famiglia hanno chiesto ai giornalisti di stare alla larga, dicendo che era «un giorno di riflessione» per i parenti di Nahel