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Prighozin arriva in Bielorussia. Putin ai militari: avete fermato la guerra civile
Dopo i discorsi al popolo, Vladimir Putin ha deciso di esprimere di persona la sua gratitudine ai militari che hanno fermato la tentata rivolta della Wagner, riunendoli nella piazza della Cattedrale al Cremlino. "Avete protetto l'ordine costituzionale, la vita, la sicurezza e la libertà dei nostri cittadini, avete tenuto la nostra patria al sicuro da sconvolgimenti, avete di fatto fermato la guerra civile", ha detto davanti ai vertici del ministero della Difesa, del servizio di Guardia Federale, del servizio di Sicurezza Federale e del ministero degli Interni. Putin ha chiesto anche un minuto di silenzio per ricordare i caduti nei fatti del 24 febbraio: "I veri difensori in tempi difficili hanno ostacolato i disordini, il cui risultato sarebbe stato il caos", li ha lodati, sottolineando come siano state evitate vittime civili. Se la rivolta del gruppo Wagner fosse andata a buon fine "non si sa cosa sarebbe stato del Paese", ha continuato, "tutte le conquiste ottenute durante i combattimenti sarebbero andate perse ma voi non lo avete permesso". Putin non ha infine dimenticato di sottolineare quanto lo Stato abbia investito nella milizia Wagner a cui, dal maggio 2022 al maggio del 2023, avrebbe pagato oltre 86 miliardi di rubli. "Spero che nessuno abbia rubato nulla", ha precisato, riferendosi ai vertici della milizia armata.
Mosca intanto è passata alla pratica, concretizzando le prime misure per contenere e smembrare la milizia armata Wagner. A partire dagli armamenti che finora il Cremlino aveva dato in dotazione al battaglione e che ora saranno trasferiti all'esercito regolare russo. Forse a questo ha fatto riferimento il capo della Guardia nazionale russa, annunciando che i suoi soldati riceveranno presto tank e armi pesanti. Nonostante poi il Servizio di sicurezza federale della Russia, l'Fsb, abbia chiuso l'indagine contro Prigozhin con la decisione di non perseguirlo penalmente, per lui non c'è più posto in patria. L'ex cuoco di Putin è volato in Bielorussia, dove è stato deciso che trascorrerà il suo "esilio". Il suo jet privato ha toccato il territorio di Minsk nella mattinata di martedì e la sua presenza è stata poi confermata dal presidente Lukashenko, nonostante il Cremlino si fosse più volte rifiutato di dare informazioni sull'esatta posizione del capo della Wagner.
In Bielorussia, dove sono già arrivate gran parte delle armi nucleari annunciate da Mosca, potrebbero anche arrivare quei miliziani del battaglione che decideranno di non arruolarsi con l'esercito regolare russo. Per loro non verranno costruiti campi, ha assicurato Lukashenko, ma potranno "montare le loro tende in una struttura militare abbandonata" che Minsk metterà a loro disposizione. La loro esperienza al combattimento potrà essere utile alla Bielorussia, è l'opinione di Lukashenko che si gode il suo momento di gloria come fedele alleato di Mosca e negoziatore tra Putin e Prigozhin. Il leader bielorusso ha ricordato di aver messo in massima allerta il suo esercito durante la rivolta armata in caso la Russia ne avesse avuto bisogno. Ha anche ripercorso le tappe delle trattative con il capo della Wagner, per convincerlo a desistere dal suo intento di marciare su Mosca: "A metà strada verrai semplicemente schiacciato come un insetto", sarebbero state le sue parole dette a Prigozhin che poi, sempre secondo la ricostruzione di Lukashenko, avrebbe rinunciato anche alle sue prime richieste, ovvero le dimissioni del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e quelle del capo dell'esercito di Mosca Valery Gerasimov.