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Russia, il dissidente Ponomarev svela: “Putin e Prigozhin d'accordo per una messinscena”

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È stata tutta una «messinscena». Ilya Ponomarev, uomo d’affari ed ex deputato della Duma russa che dal 2016 vive in esilio in Ucraina e che è uno dei fondatori della Legione per la libertà della Russia, ha le idee chiare sull’ammutinamento, poi rientrato, del Gruppo Wagner, le cui forze sono arrivate alle porte di Mosca senza incontrare resistenza. «Penso che Yevgeny Prigozhin e Vladimir Putin avessero ovviamente un accordo fin dall’inizio su cosa sarebbe successo e di cui nessun altro era a conoscenza», spiega Ponomarev in un’intervista all’Adnkronos, sottolineando che il capo della Wagner «è un uomo molto fidato di Putin. Si conoscono da molto tempo e le circostanze in cui si sono conosciuti hanno creato un rapporto di grande fiducia tra di loro». L’ex deputato, l’unico ad aver votato contro l’annessione della Crimea, evidenzia i motivi che, a suo parere, hanno spinto Putin e Prigozhin ad agire in questo modo. Da una parte l’obiettivo del presidente russo era «spaventare sia l’élite russa che quella internazionale. Aveva bisogno di inviare un messaggio che non è lui la peggiore alternativa» e che c’è «un orco, Prigozhin, che nessuno nella comunità internazionale vorrebbe vedere con un pulsante nucleare in mano». 

 

 

Secondo Ponomarev, Putin con il fallito colpo di stato ha voluto dimostrare che la possibilità che venisse sostituito era «reale» e che il sostituto era peggio di lui. «E purtroppo penso che abbia raggiunto questo obiettivo dal momento che tutti hanno creduto a questo spettacolo». Prigozhin, sostiene il miliardario russo, dal canto suo aveva bisogno di un modo per lasciare l’Ucraina «con dignità». «Ha combattuto per molto tempo ed è stanco. Ha perso molti dei suoi uomini, ma soprattutto ha opportunità finanziarie faraoniche in Africa, grandi contratti militari che può perseguire, ma non poteva semplicemente andarsene. Aveva bisogno di una scusa», evidenzia Ponomarev, secondo cui la Bielorussia, dove Prigozhin è atteso come annunciato ieri sera dal Cremlino, è solo «un luogo di transito. Non vi rimarrà a lungo e da lì si sposterà in Africa».

 

 

L’ex deputato della Duma sottolinea che, in ogni caso, i fatti accaduti ieri avranno conseguenze positive per Kiev. «Ci aiuteranno sicuramente nel senso che il morale nelle truppe russe non è già alto e sarà ancora più basso dopo tutti questi eventi. Inoltre ci sanno problemi nella loro catena di comando. E tutto questo è decisamente positivo», l’analisi. Ma Putin, prosegue il dissidente, il suo obiettivo l’ha centrato. «I russi lo considerano il vincitore e l’approvazione nei suoi confronti aumenterà dopo tutto quello che è successo, ma in termini reali - avverte Ponomarev - ovviamente è emersa tutta la sua debolezza di base. È arrivato il momento che Mosca venga liberata e quando la nostra Legione per la libertà della Russia crescerà al livello necessario renderà sicuramente reale questo piano non realizzato di Prigozhin».

 

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