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Aitala, Mosca progetta l'arresto del giudice che ha indagato su Putin

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Lo scorso 17 marzo, la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin, accusato di crimini di guerra per la deportazione di migliaia di bambini in Ucraina. Tra i giudici della Corte dell'Aia c'è anche un italiano. Si tratta di Rosario Aitala, cinquantacinque anni e originario di Catania. L'ex funzionario di polizia siciliano sarebbe ora nelle mire di Mosca. Secondo una notizia dell'ultima ora, il Cremlino avrebbe in progetto l'arresto di Aitala.

 

 

Mosca vuole arrestare Aitala, il giudice italiano che ha indagato su Putin. La Russia ha inserito nell’elenco dei ricercati Rosario Salvatore Aitala, il giudice italiano della Corte Penale internazionale titolare delle indagini sui crimini di Vladimir Putin. sfociate nel mandato di arresto internazionale contro il presidente russo. A diffondere le intenzioni del Cremlino è stata l’agenzia Tass, che, però, non ha specificato quale articolo del codice venga contestato all'italiano. Nel maggio scorso, tuttavia, il comitato investigativo russo aveva già avanzato accuse contro la "toga" del tribunale internazionale: in particolare fu contestato il tentativo di "prendere illegalmente in custodia un funzionario che detiene lo status di persona protetta". 

 

 

Ex funzionario di polizia, Aitala insegna diritto internazionale penale all’università Luiss, ma vanta trent’anni di esperienza in diritto, fenomeni criminali, diritti umani e relazioni internazionali. Nel corso della sua carriera in magistratura, iniziata nel 1997, Aitala ha ricoperto diversi incarichi a Milano, Trapani e Roma, dove si è occupato soprattutto di mafia, corruzione e terrorismo internazionale. Dopo il mandato di arresto da parte della Corte penale internazionale, Il 20 marzo il Comitato investigativo russo ha aperto un procedimento penale contro il procuratore e i giudici della CPI, ritenendo le loro azioni consapevolmente illegali poiché non avevano motivi per ritenere penalmente responsabili il presidente e il commissario per i diritti dei bambini. 

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