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Cina-Usa, Xi Jinping riceve Blinken: segnali di schiarita ma su Taiwan è gelo
Cina e Stati Uniti si dicono d’accordo sull’intenzione di stabilizzare le relazioni, ma i rapporti tra le due grandi potenze risentono ancora delle divergenze su alcuni nodi cruciali, a cominciare dalla questione di Taiwan, che per Pechino è il «rischio maggiore» nelle relazioni con Washington. Al termine della visita del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, il presidente cinese, Xi Jinping, ha registrato «progressi» su alcune questioni specifiche nei rapporti con gli Usa. «Molto buono», è stato il commento del leader cinese, ma il percorso appare ancora in salita. «Il fatto che Cina e Stati Uniti possano andare d’accordo ha un impatto sul futuro e sul destino dell’umanità», ha scandito Xi nell’incontro con Blinken, confermato ufficialmente solo all’ultimo minuto e durato meno di un’ora.
Il colloquio tra i due rappresenta una rottura con il protocollo diplomatico che prevederebbe per i leader cinesi solo incontri con altri leader stranieri, e viene letto come un segnale dell’urgenza di cambiare la traiettoria delle relazioni per evitare quelli che Washington definisce «percezioni sbagliate ed errori di valutazione». Almeno due i richiami di Xi agli Stati Uniti. Il presidente cinese ha sottolineato la necessità di un atteggiamento responsabile da parte degli Usa: «al momento», ha scandito, «la comunità internazionale è generalmente preoccupata per lo stato delle relazioni sino-americane, non vuole assistere a conflitti o scontri tra i due Paesi e non è disposta a scegliere da che parte stare». Xi ha poi sottolineato che «nessuna delle due parti può modellare l’altra secondo i propri desideri, tanto meno privare l’altra del suo legittimo diritto allo sviluppo». La distensione rispetto ai rapporti «glaciali» degli ultimi mesi traspare da piccoli segnali: Xi ha inviato i suoi saluti al presidente Usa, Joe Biden, ricambiati da quest’ultimo tramite Blinken. Cina e Stati Uniti, è stato il messaggio di Biden accompagnato ai saluti, devono «gestire bene le relazioni bilaterali» a favore dei due Paesi e del resto del mondo.
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IL NODO TAIWAN
Taiwan si conferma il vero nodo da sciogliere nelle relazioni. L’isola, su cui Pechino rivendica la sovranità, «è il fulcro degli interessi fondamentali della Cina, la questione più importante nelle questioni sino-americane e il rischio più grande» nelle relazioni, aveva avvertito ieri il ministro degli Esteri, Qin Gang. Ancora più chiaro il messaggio di oggi del capo della diplomazia del Pcc, Wang Yi. «Su questo tema, la Cina non ha spazio per compromessi», ha sentenziato l’alto diplomatico cinese, a capo della Commissione Centrale per gli Affari Esteri del Partito Comunista Cinese. Gli Stati Uniti, ha aggiunto, «devono rispettare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina e opporsi chiaramente all’indipendenza di Taiwan».
Il segretario di Stato americano ha ribadito che gli Stati Uniti non sostengono l’indipendenza di Taiwan, ma si è detto comunque preoccupato per la situazione nello Stretto (dove proprio di recente si sono verificati episodi di forte tensione tra unità navali cinesi e statunitensi). Washington non vuole una «nuova Guerra Fredda», ha aggiunto Blinken parlando ai giornalisti dopo l’incontro con Xi, e non cerca di cambiare il sistema di governo cinese. La diplomazia, ha detto, deve essere la strada per evitare che la competizione «degeneri in conflitto». Sul fronte ucraino, infine, il capo della diplomazia Usa ha poi dichiarato che la Cina ha promesso che non fornirà armi alla Russia. Nessun commento ufficiale da parte di Pechino era arrivato sulla questione ucraina nei due giorni di colloqui di Blinken, anche se ieri, dopo le oltre cinque ore e mezzo di incontro tra Blinken e il ministro degli Esteri cinese, la Cina aveva sottolineato che si era parlato anche di questioni «internazionali e regionali» di comune interesse.