a Zaporizhzhia

Ucraina, allarme alla centrale di Zaporizhzhia: "L'acqua della diga non basta"

La Russia è accusata da Kiev di aver bombardato la città di Kherson durante le operazioni di evacuazione per gli allagamenti provocati dal catastrofico crollo della diga di Kakhovka, per il quale Mosca e Ucraina si accusano a vicenda. "In questo momento la Russia sta bombardando Kherson, che sta affondando, e le zone costiere allagate, impedendo ai soccorritori di evacuare la popolazione. Allo stesso tempo, non stanno nemmeno cercando di evacuare i territori occupati. La gente è seduta sui tetti degli edifici senza cibo e acqua, sotto il sole e i bombardamenti", è la denuncia del consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. Denuncia che giunge nel giorno in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato in visita nelle zone allagate: la regione di Kherson prima e quella di Mykolaiv poi.

 

  

"A Kherson ho visitato una zona di passaggio dove le persone vengono evacuate dalle aree allagate. Il nostro compito è proteggere le vite e aiutare le persone il più possibile", ha detto Zelensky, sottolineando che è "importante calcolare i danni e stanziare fondi per risarcire i residenti colpiti dal disastro". A Mykolaiv, poi, il capo di Stato ucraino ha visitato "la principale stazione di pompaggio della gestione del canale del fiume Inhulets, allagato a causa della distruzione della diga di Kakhovka". Il crollo della diga di Kakhovka sul fiume Dnipro, in un'area che Mosca controlla da oltre un anno, è avvenuto martedì. La Russia ha accusato l'Ucraina di aver bombardato la struttura, mentre l'Ucraina sostiene che la Russia l'abbia fatta esplodere dall'interno.

La situazione è drammatica: oltre al fatto che l'acqua alta potrebbe spazzare via i raccolti di questa stagione e l'esaurimento del bacino di Kakhovka negherebbe un'irrigazione adeguata per anni, a preoccupare è il fatto che si complicano gli sforzi per garantire l'acqua di raffreddamento per la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ihor Syrota, direttore della società Ukrhydroenergo gestrice della diga crollata di Kakhova, intervenendo alla tv ucraina ha avvertito che il livello dell'acqua nel bacino da giovedì sera "è di 12,5 metri, cioè inferiore rispetto al cosiddetto punto morto di 12,7 metri, al di sotto del quale è impossibile prelevare acqua per le zone abitate e per la centrale nucleare di Zaporizhzhia", per pompare l'acqua di raffreddamento.

 

Secondo il Washington Post, che cita funzionari ucraini, l'attesa controffensiva di Kiev è iniziata. Mosca accusa l'Ucraina di avere lanciato un'offensiva nella regione occupata di Zaporizhzhia ma sostiene di avere respinto l'attacco. Secondo la versione di Kiev fornita dalla vice ministra della Difesa Malyar, invece, nella regione di Zaporizhzhia "il nemico è sulla difensiva nella zona di Orikhove".

In questo contesto hanno sollevato un polverone le parole dell'ex segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen, che ha ipotizzato l'invio di soldati in Ucraina da alcuni Paesi Nato se gli Stati membri non forniranno garanzie di sicurezza tangibili a Kiev durante il vertice dell'Alleanza di luglio a Vilnius. "Se la Nato non riesce a trovare un accordo su un percorso chiaro per l'Ucraina, c'è una chiara possibilità che alcuni Paesi possano agire individualmente. Sappiamo che la Polonia è molto impegnata nel fornire assistenza concreta all'Ucraina. E non escluderei che la Polonia si impegni ancora di più in questo contesto su base nazionale e sia seguita dagli Stati baltici, magari con la possibilità di inviare truppe sul terreno", ha detto Rasmussen. Un'ipotesi smentita dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba: "Fino alla fine del conflitto armato sul territorio dell'Ucraina i Paesi stranieri non introdurranno le loro truppe sul territorio del nostro Paese", ha assicurato. Mentre una fonte di Mosca, citata dall'agenzia di stampa russa Ria Novosti, ha avvertito che l'eventuale dispiegamento di truppe Nato in Ucraina porterebbe a uno scontro diretto con la Russia.