Cina-Usa, manovre pericolose e rischio guerra: "Sarebbe un disastro"
Una collisione sfiorata, due navi da guerra che passano a 137 metri l’una dall’altra, la tensione che sale tra Washington e Pechino. La Cina ora accusa gli Stati Uniti e il Canada di «provocare rischi in modo deliberato» dopo il (quasi) scontro nello Stretto di Taiwan fra il cacciatorpediniere Uss Chung-Hoon, in transito insieme all’unità navale canadese Hmcs Montreal, e una nave da guerra di Pechino. La Casa Bianca sostiene che la nave cinese ha effettuato «manovre aggressive non necessarie» avvicinandosi alla prua per due volte, costringendo il cacciatorpediniere americano a rallentare per evitare la collisione. Le «manovre pericolose» della nave cinese sono state interpretate come un annuncio di «provocazioni future». Il ministero della Difesa cinese ha, invece, considerato «provocazioni», altrettanto pericolose, quelle di Washington. Mettendo in guardia contro le alleanze «simili alla Nato» in Asia e nel Pacifico. Con un riferimento non tanto velato all’accordo militare Aukus tra Australia, Gran Bretagna e Usa. Il ministro della Difesa cinese Li Shangfu avverte: «Una guerra sarebbe un disastro insostenibile per il mondo».
«Dobbiamo prevenire tentativi che cercano di usare questa libertà di navigazione in esercizi di egemonia della navigazione», ha aggiunto, invitando gli Usa e i loro alleati a concentrarsi sulla «cura del proprio spazio aereo e delle proprie acque territoriali». «Se qualcuno osa separare Taiwan dalla Cina, un militare cinese non esiterà un secondo», ha aggiunto Li.
«Non temiamo avversari e salvaguarderemo la sovranità nazionale e l’integrità del territorio a prescindere da qualsiasi costo». L’isola di Taiwan è un Paese indipendente dal 1949. Il 1º ottobre di quell’anno Mao Tse-tung proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese, di ispirazione socialista. Chiang Kai-shek e i nazionalisti che lo avevano combattuto si rifugiarono a Taiwan, portandosi dietro le riserve auree del Paese e fondando un nuovo Stato. Sia Pechino che Taipei si dichiarano legittimi eredi della «vera» Cina. Soltanto che Pechino considera Taiwan parte del territorio cinese. Criticando la vendita di armi e l’addestramento militare offerto dagli Stati Uniti a Taiwan, nonché il miglioramento delle relazioni Washington-Taipei. «Taiwan è un affare interno della Cina», ha ribadito il ministro. «Taiwan è della Cina e come risolvere la questione di Taiwan (la ex Formosa) è una questione che devono decidere i cinesi». «La riunificazione della Cina è una tendenza inarrestabile», ha insistito Li. «Ci impegneremo per una riunificazione pacifica ma non promettiamo di rinunciare all’uso della forza».