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Deficit, allarme dell'Europa sul Pnrr

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Gianni Di Capua
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Occhio al deficit, alla spesa ma soprattutto all’attuazione del Pnrr. Alla vigilia del ritorno ai parametri di Maastricht del prossimo anno, seppur con un auspicato nuovo Patto di Stabilità, la Commissione europea mette in guardia l’Italia. Ad oggi, se non vi fosse la sospensione della regola del 3% del deficit sul Pil - così come quella del 60% del rapporto debito/Pil - l’Italia rischierebbe una procedura d’infrazione per eccesso di deficit. Per fortuna c’è ancora un anno di tempo per aggiustare il tiro. In mezzo c’è il documento programmatico di bilancio, le riforme e soprattutto l’assorbimento del Pnrr. È proprio su questo punto che la Commissione europea punta per la crescita e la riduzione della spesa, stando alle raccomandazioni specifiche per paese pubblicate ieri nel pacchetto del Semestre europeo. I piani del governo italiano prevedono un rientro del deficit sotto al 3% solo tra il 2025 e il 2026, un percorso comunque «virtuoso» - sottolinea il commissario Ue Paolo Gentiloni - ma che andrebbe anticipato al prossimo anno. Sul Pnrr «continua ad essere fondamentale identificare tempestivamente potenziali ritardi e problemi di attuazione e adottare misure tempestive per affrontarli», è l’esortazione dell’Esecutivo Ue. Per l’Italia è importante rafforzare «la capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale, per mantenere gli impegni del piano, mentre un quadro di governance efficace e pienamente operativo rimane fondamentale per un’attuazione agevole e tempestiva del piano», scrive la Commissione, che invita a presentare il prima possibile le modifiche al piano e l’integrazione del nuovo capitolo del RePowerEu, anche se la scadenza è a fine agosto. Perché - osserva Gentiloni - se l’emendamento al piano arriva dopo giugno è difficile mantenere le scadenze dei pagamenti che l’Italia, secondo i piani concordati, dovrebbe presentare a giugno e a dicembre per la quarta e quinta rata. Allo stesso tempo bisogna «procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione, in stretta complementarità e sinergia con il piano per la ripresa e la resilienza». L’invito per tutti è quello di riuscire a coniugare delle politiche di bilancio prudenti e sostenere la crescita: «Un matrimonio difficile, una coppia difficile, ma è ciò di cui abbiamo bisogno», per dirla con Gentiloni.

Da Roma il governo italiano, impegnato a stretto giro nelle interlocuzioni con la Commissione per il pagamento della terza rata, apprezza i tre elementi emersi dalle raccomandazioni: la necessità di un rafforzamento della governance e della capacità amministrativa soprattutto a livello locale; l’attuazione con la presentazione delle modifiche al piano e l’indicazione sulla complementarità con le politiche di coesione. Il ministro Raffaele Fitto ha comunque invitato tutti a velocizzare l’esame per la revisione dei progetti del Pnrr, inviando a ciascuna amministrazione centrale titolare di interventi una nota in cui si chiede di formalizzare le ipotesi di revisione delle misure di propria competenza, di garantire il rispetto degli obiettivi, delle scadenze e delle condizionalità connesse agli interventi che si intendono confermare e infine di elencare gli interventi per i quali siano emerse criticità tali da compromettere il pieno conseguimento dei traguardi fissati nel Piano. «Una volta acquisiti i suddetti elementi informativi - spiega una nota del ministero - sarà completato il lavoro di questi mesi, che consentirà di definire la proposta italiana di revisione del Pnrr».
 

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